Una non conosciuta ‘Macchina del tempo – The time Machine’ ad Acqui Terme, presso la centralissima piazza Italia, proprio sotto il monumento bronzeo dedicato a Re Vittorio Emanuele II di Savoia: risale al 1996, anno nel quale l’allora Lions club della città termale (adesso ne esistono due. ndr), presieduto dal dottor Carlo Sburlati, Primario Emerito di Ostetricia e ginecologia presso il nosocomio cittadino ed allora presidente di turno del sodalizio lionistico Alto Monferrino, decise d’intesa con l’amministrazione guidata all’istrionico Sindaco Bernardino Bosio non solo di restaurare quale ‘service’ la statua ossidata – di cui esistono foto eloquenti – “dimenticata”‘ all’aperto e ossidata nel cortile dell’Allora Economato municipale ospitato ove oggi ha sede il palazzo dismesso, nel senso della quasi totalità funzionale degli uffici – del tribunale dopo l’accorpamento con Alessandria .


Il monumento, che prima sorgeva su un alto piedistallo in piazza Levi, con lo sguardo rivolto verso la facciata del Palazzo di Città, poi misteriosamente rimosso probabilmente per motivazioni di ambito politico negli anni maggiormente ideologizzati alla ‘Peppone e Don Camillo’ tanto per intenderci a tutt’oggi 2016.
Nel corso delle operazioni di sistemazione della pregevole statua in stile puramente sabaudo vista la collocazione piemontesissima di Acqui Terme, nel basamento, proprio ove oggi si legge giornalmente la data scritta con piantine grasse, venne ricavato un ampio locale sotterraneo. una ‘Macchina del tempo – The time machine’ appunto, ove studenti, cittadini e il sindaco Bosio medesimo collocarono oggetti di varia natura, istituzionali e non, compresi anche gadget tecnologici dell’epoca oggi ormai veramente tecnoarcheologia, con l’intento di riaprire il “sarcofago” virtuale ad una tal data procrastinata nel tempo.
Chissà cosa di interessante i posteri Acquesi troveranno nel momento della riapertura della Macchina del tempo – The time machine’ scaduti i termini temporali per la riapertura: un vero mistero-
Massimo Garbarino – LineaCultura