Sono passati ben tre anni da quando i riflettori sulla vicenda discarica si sono spenti, lasciandosi alle spalle ogni pericolo. Oggi, purtroppo a Villabella il «rischio discarica» è molto più serio e tangibile di un tempo.

Se allora, i Sindaci dei Comuni interessati – Valenza, San Salvatore Monferrato e Mirabello – furono concordi nel perseguire una politica orientata alla difesa delle proprie rispettive comunità e dell’ambiente pulito, dopo le amministrative 2014-2015 si è passati «dal certo all’incerto».

A dirlo è il Presidente della Commissione della Frazione Villabella, Stefano Gregoriadis che, facendo proprio il disagio espresso pubblicamente da un residente (vedasi Il Piccolo del 15.01.2016), rincara:

«Con le delibere n. 284, 318 e 335 del 2015, il Comune di Casale Monferrato ha espresso la necessità di dover ampliare la discarica di cui è responsabile (Casale partecipa COSMO al 34%), sita in località Bazzani, individuando tre possibili aree tra cui quella di Mirabello Monferrato, a confine con la nostra frazione (Loc. Cascina San Lorenzo). E’ palese quindi che ciò potrebbe riportare a potenziali e gravi rischi che credevamo superati, per cui i miei predecessori si batterono in modo da evitare la promiscuità con un insediamento deputato allo smaltimento di amianto. E per quanto tali deliberazioni siano molto vaghe, le attività di caratterizzazione geologica (carotaggi) condotti pochi giorni orsono, ci obbligano moralmente ad agire per ottenere le risposte più opportune dalla politica. A tal proposito, vorrei sapere cosa ne pensano il Sindaco Gianluca Barbero e la sua Giunta, e se non abbiano già avviato consultazioni con gli amministratori vicini. Per parte mia, provvederò nei prossimi giorni a contattare gli attori maggiormente interessati dalla vicenda nonché a favorire la rinascita di un Comitato sul territorio che possa coadiuvare la Commissione facendo da filtro tra Istituzioni e Frazione. Questo per difendere da sempre le convinzioni confermate negli anni dalla mia comunità, e i suoi diritti a vivere in un contesto salubre, alla luce di uno studio geologico di cui sono in possesso che dimostra l’inadeguatezza di un sito di smaltimento in questa zona, soprattutto per l’impatto che un nuovo insediamento del genere avrebbe sulla natura e sulla falde acquifere».