La figura di Giacomo Francesco Pomesano è incisa su un bassorilievo in legno scolpito nel 1673 accanto all’icona di San Biagio sulla sinistra; alla destra quella di San Antonio Abate da un autore anonimo riconoscente, come dice la leggenda, di aver ottenuto la guarigione con l’impiego delle erbe somministrate dal Canonico

Le notizie sul Canonico Giacomo Francesco Pomesano sono scarsissime, poco o  nulla si sa della sua esistenza, tuttavia è stata importante la sua presenza in città in quanto è stato il promotore dell’officina farmaceutica, com’era chiamata a quell’epoca.

Le sue ricerche volgevano a favore della popolazione cagionevole di salute, nell’intento di alleviare le sofferenze in un’epoca in cui l’Europa intera era invasa da guerre con le epidemie diffuse, in particolare le pestilenze, consigliando le erbe, i medicamenti ricercati approntati con la massima cura donati alle persone senza salute, con un tenore di vita basso, con scarsi mezzi per la sopravvivenza.

Accorrono in massa, certi di avere un po’ di conforto, un aiuto, anche solo una parola, un po’ d’incoraggiamento, confortata magari da una qualche portentosa pozione, ritenuta miracolosa, indicata ad alleviare, seppure momentaneamente, il malessere del caso.

L’orologio della storia ha scandito quasi tre secoli e mezzo eppure di quell’ officina è ancora vivo il ricordo d’una antica attività, la più antica finora documentata fra le mura cittadine in pieno svolgimento ancora, senz’ombra di dubbio, un punto di riferimento fra i più suggestivi, ritenuta fra le più ricche del nostro interessante passato. Ah! se potesse raccontare ….

L’esercizio ha cambiato tantissime volte indirizzo, è stato inserito in una struttura ospedaliera, luogo dove le malattie si conoscono per davvero per cui, le varie specialità medicinali, sono preparate, nel corso dei secoli, con l’ausilio della competenza professionale di persone, a stretto contatto con gli infermi, coscienti eredi di quel Canonico Pomesano.

I prodotti tipici, approntati nel Laboratorio Chimico Farmaceutico, sono i colliri, accompagnati da sciroppi; con essi la pomata antidecubito in vetta alle specialità, efficace per le piaghe, un portento per disinfettare, destinata ad ammalati lungodegenti, regolarmente disponibile. Il medicamento è il risultato di uno studio, usato da un’infinità di persone, costrette all’immobilità per una qualche malattia, traendo, da questo farmaco, seppure per poco, qualche momento di sollievo.

Molte notizie, avvicendatesi in un arco così esteso nel tempo, hanno perso attendibilità pertanto, si è preferito nel rispetto di chi legge, ricorrere ad avvenimenti certi, sacrificando quei fatti, magari simpatici da raccontare, forse più frutto di leggende, piuttosto di storia realmente accaduta.

Ma la polvere per la derattizzazione è stata un portento, quando Alessandria era invasa dai roditori.

Franco Montaldo


6 dicembre 2015