desaparecidos QQuella che andiamo a raccontare è vera la storia di una persona (uomo o donna fate voi) che ci ha parlato di alcuni episodi avvenuti in un Comune a una decina di Km da Tortona dove lei si è  trasferita da qualche tempo ma non è mai stata accettata da tutti perché qualcuno, inspiegabilmente, le fa i dispetti, a tratti anche persino pesanti con danneggiamenti anche onerosi. Non stiamo parlando di uno straniero, ma di un tortonese Doc.

“Si parla tanto di accoglienza, di apertura al prossimo, quando molte volte non si è nemmeno capaci di essere aperti e socievoli verso i propri compaesani – dice la persona che ci ha contattato e chiede di rimanere anonima per non subire ulteriori dispetti –  Se in una città può risultare più complicato, nei piccoli paesi uno spera di incontrare ancora la spontaneità, l’immediatezza nei rapporti e di intrattenere piacevoli rapporti di vicinato. Cosa che, in certi casi, succede ancora, e quando accade ti riscalda davvero il cuore. Ma non si può piacere a tutti, si sa, e ci sono molti modi per far comprendere ad una persona che non è particolarmente gradita:  il più semplice e diretto sarebbe quello di dirglielo in faccia.”

“Proprio l’essere il metodo più semplice e diretto il più delle volte ne diventa una penalizzazione – aggiunge  il nostro interlocutore –   ed ecco che allora si assiste alla rassegna del gelido “buongiorno” biascicato a bocca storta in risposta ad un sorridente e spontaneo “ciao”, oppure  al sentirsi rispondere “no guardi, preferisco pagare uno che fa questo lavoro” quando ci si offri volontari per pulire gratuitamente la chiesa ed inserirsi nella comunità parrocchiale, fino ad arrivare a trovarsi per tre volte le gomme a terra nell’auto lasciata davanti a casa, in un vicolo cieco dove non passa praticamente nessuno oltre a te che ci abiti.”

Ma l’ultima accusa è quella più pesante e chiama in causa persino le forze dell’ordine locali: “Se poi – conclude la nostra persona – ci aggiungi anche un “nulla di fatto” quando ti rivolgi all’Autorità competente del paese per chiedere un chiarimento e magari un intervento, beh, forse arrivi a pensare che nemmeno nei paesi è sopravvissuta la capacità e la voglia di aprirsi allo “straniero”. Anche quando lo “straniero” arriva da soli 8 km di distanza.”

14 settembre 2015

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