direttore orchestra - QCastellazzo Bormida, non si conosce con precisione la data di nascita se 1803 oppure  1804, ha dato i natali al musicista Giacomo Panizza, una figura importante a rendere grande la Musica Italiana

Il piccolo Giacomo ama la musica, studia da principio appassionatamente canto, ma per dare il meglio di se stesso lascia il piccolo centro dell’alessandrino per andare a seguire corsi di perfezionamento a Milano.

La sua bravura emerge, il suo nome comincia a correre fra i corridoi,  tanto da essere chiamato ad insegnare ad altri l’impiego ottimale della voce.

L’inclinazione per il pentagramma, di mano in mano dello scorrere del tempo s’accentua, studia composizione proprio negli anni in cui sorge, nei teatri, la figura del direttore d’orchestra, un passaggio colto nel pieno della sua maturità artistica.

Il passaggio da maestro di canto a direttore d’orchestra è stato quasi naturale, nel frattempo compone, senza abbandonare gli studi, in particolare segue i corsi di Vincenzo Lavigna, colui il quale sarà l’insegnante di Giuseppe Verdi.

La Direzione del Teatro La Scala lo chiama alla guida dell’orchestra, nel contempo insegna cembalo così, fra un incarico e l’atro trascorre il ventennio compreso dal 1839 al 1859.

Giacomo è ormai conosciuto per l’affidabilità; i compositori, i librettisti, ricorrono sovente ai preziosi consigli, è generoso nei suggerimenti, correzioni, prepara i cantanti, dispone gli orchestrali, si prodiga per la messa in scena delle loro opere.

La sua fama varca i confini: Torino lo chiama a coordinare le stagioni liriche al Regio, è a Londra al Covent Garden, conteso anche altri importanti contenitori culturali.

La passione per il canto lo contraddistingue, istituisce la scuola nel cui ambito si sono formati il tenore alessandrino Carlo Guasco, ha impostato i bassi dell’opera buffa: Alessandro e Osvaldo Bottero, rispettivamente padre e figlio.

Giacomo Panizza è compositore; dalla sua verve sono scaturite opere teatrali, balletti, cantate, musiche da camera si per strumenti come per voci, pezzi per pianoforte, restando attivo fino al 1860, anno del decesso avvenuto a Milano.

Insomma ha collaborato a rendere grande la Musica Italiana.

                                                                           Franco Montaldo


27 settembre2015