Giovanni è un giovane sportivo, legato a discipline competitive di varia natura, in particolare nell’atletica in cui ottiene buoni risultati nelle varie specialità fin quando indossa gli sci al culmine della sua attività di giudice sportivo.

Quasi per scommessa s’iscrive al corso per Arbitri di Calcio. Così, dopo aver sostenuto con successo gli esami, dal febbraio 1953 è in campo a dirigere le partite della Lega Giovanile, nonché quelle indette dal Centro Sportivo Italiano.

È un brillante punto di partenza per questa passione per nulla nelle grazie dei poco sportivi tifosi, eppure quel suo rigore non infastidisce, anzi dopo l’emozione stizzita del primo momento, a ragion veduta, non è difficile concordare con le sue autorevoli decisioni assunte repentine, secche in fase di gioco.

Sono le premesse di una carriera scandita da ragguardevoli scalate in terza, seconda, prima categoria, per essere convocato dai designatori arbitrali di Torino, in quanto considerato per la sua correttezza, nonché sull’istantanea competenza del regolamento.

Giovanni è inviato a guidare partite importanti, ha le capacità per arrivare ad arbitrare, nel 1962, in IV serie, poi della serie C; supervisiona gli incontri di campionato fino all’anno 1966, quando è inserito nell’elitario elenco degli arbitri iscritti nella Lega Nazionale per le gare di serie A e B., meritevole del premio come miglior fischietto in seconda divisione nell’anno 1968.

Giovanni è affiancato dai guardalinee Enzo Brajda e Giuseppe Fumarola; una terna affiatata d’autorevole prestigio, designata per la disputa Varese – Mantova, trampolino di lancio per l’esordio in serie A, una disputa importante per Giovanni, in un momento in cui il calcio ha ancora sane caratteristiche.

Il suo rigore è apprezzato tanto da essere chiamato a seguire significativi incontri internazionali: è a Belgrado, è ad Atene, è a Bucarest, unitamente ai colleghi D‘Agostini, Angonese, Gonella, ecc..

La nostra provincia lo annovera fra le cosiddette giacchette nere, fin dal secondo dopoguerra, con l’incarico di commissario speciale; nel 1975 merita la Presidenza dei Direttori di Gara alessandrini, ancorato per moltissimi anni l’unico arbitro alessandrino inquadrato nella prima serie di Campionato, affiancato a nomi prestigiosi come Carlo Guerrina, Augusto Rangone.

I premi ottenuti sono significativi: la Federazione Italiana Gioco Calcio e l’Associazione Italiana Arbitri gli hanno conferito, nel 2004, il distintivo d’oro, prestigioso riconoscimento per il mezzo secolo d’attività; la Città di Alessandria gli consegna il ‘Gagliaudo’. Insomma, meglio di così!

Franco Montaldo


9 febbraio 2014