Biblioteca alessandria - IVentiquattro pannelli 100 x 70 per raccontare i diritti negati, ma anche la voglia di riscatto.

La mostra, dopo i primi pannelli storici, intende rappresentare, con la sua scelta grafica, il punto di vista dei bambini: erano prigionieri dietro quel muro, ma sapevano oltrepassarlo con il cuore e ricordavano che al di là ad ogni volgere di stagione tornava la primavera.

Disegnando e scrivendo hanno guardato verso il cielo, hanno sperato e sognato la libertà, il ritorno a casa, la pace, un mondo migliore.

I bambini di ieri sentono il dovere di parlare: “perché la memoria è il futuro”…

“Noi eravamo all’inizio 15.000 bambini, e solo 100 ne sopravvissero. È per miracolo che io posso parlarne. Mi sono salvata e penso di dover prestare la voce a quelli che non possono più farlo. Tutto quel che è rimasto di un’intera generazione di bambini sono un po’ di poesie e di disegni..” [Ela Weissberger intervistata dal quotidiano di Cincinnati “The Enquirer” il 19 0ttobre 2000].

Nel ghetto “dei bambini”, a Terezín, la città prigione, dove tutti vivevano in uno stato di cupa paura… Tanti adulti hanno sfidato le leggi del ghetto, imposte dai nazisti, e rischiato la partenza con il primo trasporto ad Auschwitz, perché i bambini e i ragazzi potessero continuare a giocare, ad imparare, ad esprimersi…Hanno fatto scuola clandestinamente, senza testi, hanno barattato la loro modesta razione di pane quotidiano in cambio di carta, matite, colori, organizzando un sistema di istruzione di diversi gradi, in base all’età dei bambini, facendoli appassionare alla poesia, al disegno, alla musica, al teatro. Si sono sostituiti ai genitori ed ai fratelli maggiori, deportati in altri Lager o già svaniti in cenere grigia sulla neve di Auschwitz; si sono preoccupati che per i piccoli ci fosse cibo a sufficienza ed abiti abbastanza pesanti per difenderli dal freddo, li hanno sostenuti fino alla fine.

I pochi sopravvissuti ricordano con gratitudine ed affetto il sostegno dei loro insegnanti. Attribuiscono alla loro guida e al loro metodo didattico la formazione civile e umana che li ha accompagnati e resi capaci di affrontare il disagio e il peso di “vivere ancora” in compagnia della tragedia che si cela nelle profondità del loro cuore. I disegni e le poesie custoditi nel Museo Ebraico di Praga ci parlano di paura, di nostalgia della casa, ma anche di speranza, di desiderio di un mondo migliore, di gioia della vita, nonostante tutto.

La mostra sarà aperta alla cittadinanza dal 4 al 15 febbraio con gli orari della Biblioteca Civica: il lunedì dalle 14 alle 18, il martedì e il giovedì dalle 9 alle 18, il mercoledì e il venerdì dalle 9 alle 14 e il sabato dalle 9 alle 13.

Le scuole secondarie di primo grado, invece, potranno accedere in orario scolastico mattutino con visita guidata dalla d.ssa Paola Rinaldi prenotandosi direttamente al 0131-515119.

5 febbraio 2014