Il Ministro Cancellieri dovrebbe valutare la possibilità di prorogare l’entrata in vigore del decreto legislativo 155/2012 prevista per il 14 settembre 2013, motivata quantomeno da ragioni organizzative, ma anche e soprattutto di merito. Se è vero che la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati nel corso della precedente legislatura ha dato parere favorevole al decreto legislativo in questione, è anche vero che si è trattato di un parere condizionato. Si chiedeva, infatti, al Governo di effettuare un’attenta analisi dei costi, nel tentativo di coniugare l’istanza di risparmio, pure legittima, e la effettiva tutela del diritto alla giustizia, salvaguardando, pertanto, l’efficienza e la qualità del servizio e non attenendosi esclusivamente ad un astratto e nominale riferimento ai tagli da operare.

La proroga, al di là delle pronunce della Consulta già calendarizzate per il prossimo ottobre, sarebbe utile per ripensare il provvedimento anche alla luce del nuovo indirizzo che l’attuale Governo intende attuare in ogni ambito dell’assetto istituzionale del Paese, tenendo presenti le esigenze di spesa, ma mai venendo meno all’urgenza di crescita. La questione non è difendere in maniera astratta il passato o, peggio, fare rivendicazioni dal sapore propagandistico e localistico, quanto, al contrario, impegnarsi in un’analisi più puntuale dei benefici legati al provvedimento e degli svantaggi che la sua applicazione potrebbe comportare.

Oggi si può, anche alla luce del nuovo indirizzo politico dato dal Governo, approcciare al tema in maniera meno ragionieristica, senza cioè perdere di vista l’efficienza del servizio, ma inquadrando la ridefinizione della geografia giudiziaria all’interno di una reale e complessiva riorganizzazione dei servizi stessi. Finora, invece, la vicenda è stata interamente assorbita dentro battaglie di propaganda e di retroguardia, dove al clamore locale non è mai seguita una reale e fattiva presenza nel dibattito nazionale, come accaduto, ad esempio, in Irpinia. Oggi, dopo una nuova e necessaria rilettura del provvedimento, si potrebbe anche arrivare a riconfermarne la ratio, e quindi il contenuto, ma lo si farebbe in maniera ragionevole e consapevole.

 Giovanni Barosini


18 maggio 2013