Dopo cinque mesi, in cui si è sempre parlato di un deficit di 216 milioni di euro per il Comune di Alessandria che è stata la causa del dissesto, adesso emerge che in realtà il debito è inferiore, ed inoltre da questo debito, bisogna togliere almeno 32 milioni di crediti vantati dal Comune di Alessandria nei confronti di sé stesso. Sembra un controsenso, ma è così.

La situazione emerge dalla verifica effettuata dall’Organo straordinario di Liquidazione (OSL) che sta vagliando tutte le richieste pervenute in municipio dai creditori e presentate entro il 3 dicembre scorso per l’ammissione al passivo da parte di coloro che vantano crediti, nei confronti della Città di Alessandria, sorti in periodi pregressi al 31.12.2011.

Includendo anche le istanze tardive, le pratiche pervenute sono più di duemila e, come può ben comprendersi, l’istruttoria è piuttosto complessa anche perché nella stragrande maggioranza dei casi occorre ricostruire iter procedimentali che risalgono anche a parecchi anni orsono, che coinvolgono diversi uffici comunali e che non sempre sono lineari nel loro svolgimento, tanto da costituire a volte debiti fuori bilancio.

 

CONTROLLATE E ISTRUITE SOLO IL 30% DELLE PRATICHE 

Ad oggi sono state compiutamente istruite circa il 30% delle pratiche. In alcuni casi l’OSL ha ravvisato l’insussistenza dei requisiti per l’ammissione al passivo, adottando delle deliberazioni in tal senso, debitamente precedute da preavviso di diniego agli interessati così da consentire eventuali ulteriori osservazioni da parte dei medesimi.

Tutte le deliberazioni adottate sono pubblicate nella apposita sezione del sito internet istituzionale della Città.

“Dall’attività istruttoria fin qui svolta e da un sommario esame delle pratiche di un certo rilievo ancora da istruire – dichiara Giuseppe Zarcone, presidente dell’OSL –  è possibile dedurre che l’importo complessivo della massa passiva o, meglio, l’importo iniziale di circa 216 milioni di euro, risulterebbe già sensibilmente ridimensionato. Tra i crediti vantati ve ne sono in parte da ricondurre alla gestione ordinaria del Comune perché costituenti partite vincolate, cioè finanziate da entrate specifiche e dunque sottratte per legge alla competenza dell’OSL. Un’altra parte di crediti, poi, è, in realtà, vantata nei confronti delle società partecipate, mentre altri sono debiti fuori bilancio non riconoscibili di cui, quindi, potrebbero essere chiamati a rispondere i soggetti che hanno ordinato la spesa. Non è, tuttavia, ancora possibile fornire importi, sia pure approssimati, perché, tra l’altro, sono in fase di ricognizione i debiti risultanti dalle scritture contabili, per i quali non è stata presentata istanza di ammissione al passivo.”

Ma certamente la rilevazione della massa passiva non è l’unico adempimento dell’OSL. Una volta rilevati i debiti, infatti, occorre reperire le risorse necessarie.

 

SERVONO RESIDUI ATTIVI, CIOE’ SOLDI

Al riguardo le fonti di finanziamento sono certamente i residui attivi, cioè i crediti relativi a gestioni pregresse che si stanno incassando ed eventuali contributi statali previsti da leggi ad hoc. Si può ben comprendere, tuttavia, che da sole queste entrate non sono assolutamente sufficienti.

Occorrerà allora che la gestione ordinaria produca avanzi di amministrazione e che l’OSL venda tutto ciò che è possibile alienare. Prima di avviare la dismissione del patrimonio, però, l’OSL proporrà alla Giunta Comunale la cosiddetta procedura semplificata. Se l’Amministrazione intenderà accettare dovrà mettere a disposizione le necessarie risorse per offrire ai creditori il pagamento di una somma variabile tra il 40 ed il 60 per cento del debito.

Dall’esame delle pratiche, inoltre è emerso che il Comune stesso ha un credito di oltre 32 milioni di euro nei confronti dell’O.S.L.. in relazione alla differenza fra residui passivi pagati nel 2012, fino alla data di deliberazione del dissesto, e residui attivi incassati nello stesso periodo.

“Tale credito, che andrà rimborsato in pre-deduzione, quindi privilegiato rispetto a tutti gli altri crediti – aggiunge Zarcone  – fa sì che se si dovesse proseguire la procedura ordinaria, in luogo di quella semplificata, v’è il concreto rischio che l’O.S.L. debba lavorare alcuni anni per reperire una massa attiva appena sufficiente a coprire il credito del Comune, senza riuscire a trovare altre risorse da destinare agli altri creditori. Ad oggi, infatti, nel conto dell’OSL sussistono solo circa due milioni e mezzo di euro. Conseguentemente emerge chiaramente che il pagamento dei debiti pregressi non è questione di esclusiva competenza dell’O.S.L.. Come si è detto, gran parte delle risorse necessarie al risanamento non può che venire dagli avanzi prodotti dagli esercizi futuri strutturalmente riequilibrati e in questo campo il ruolo dell’amministrazione ordinaria è esclusivo. Solo bilanci effettivamente riequilibrati, infatti, potranno generare queste risorse. “

L’Organo Straordinario di Liquidazione puntualizza che tutti i creditori che ne hanno fatto richiesta sono stati ricevuti e che nei prossimi giorni incontrerà la Conferenza dei Capigruppo del Consiglio Comunale.

 20 maggio 2013