Sono necessari ulteriori tre mesi affinché le Comunità montane possano completare la piena transizione verso le nascenti Unioni montane di Comuni. Lo chiede l’Unione delle Comunità Montane Piemontese agli assessorati regionali agli Enti Locali e alla Montagna, che negli ultimi mesi non hanno dato chiarito i dubbi e le perplessità delle autonomie e degli amministratori. Tra richieste di deroga alla legge regionale 11, incertezza sul personale attuale, mancata nomina dei commissari, vuoti normativi dei quali piazza Castello è responsabile, la situazione è allo sbando. Molte Comunità montane sono vicine al default, non avendo ricevuto un solo euro previsto nel bilancio regionale del 2012.

Il sistema montagna è pronto alla mobilitazione e a scendere in piazza. “La Regione ha voluto distruggere una rete che funzionava – spiega il presidente Uncem Piemonte Lido Riba –, facendo investimenti, moltiplicando sul territorio il finanziamento che riceveva dalla Regione, sostenendo le imprese, garantendo i servizi ai cittadini. Distrutto da politiche sbagliate, da una legge regionale che ha frantumato la governance e polverizzato la capacità decisionale dei territori. Oggi vi sono solo due Unioni montane costituite ufficialmente. Le altre 30/35 si stanno formando, tra mille incertezze e mancate risposte da parte della Regione. Ecco perché chiudere le Comunità montane il 31 marzo è assurdo e incrementa i problemi per un sistema di 553 Comuni già fragili”.

“Avevamo ribadito, con tutti i 22 presidenti, alla Giunta e al Consiglio regionale– prosegue Riba – che era necessario mantenere le Comunità montane fino a fine anno o a fine legislatura. Non siamo stati ascoltati. E l’operazione distruttiva è proseguita. I tre mesi di proroga sono necessari per consentire la formazione delle Unioni montane, per assicurare i finanziamenti del 2012, per definire gli stanziamenti per il 2013 e dei i prossimi anni, per provvedere all’assegnazione delle funzioni di sviluppo del territorio alle Unioni che, dopo l’azzeramento delle Comunità montane, la Regione ha tenuto, bloccando di fatto investimenti e progetti”.

25 marzo 2013