Ci risiamo: con ogni probabilità l’Arfea, durante le feste di Carnevale, non garantirà il servizio di autolinee per Voghera, utilizzato da una cinquantina di studenti. Le scuole alessandrine infatti resteranno chiuse per il ponte e la società delle autolinee segue gli orari delle scuole Piemontesi e non di quelle Lombarde (che invece rimarranno aperte) col risultato che i genitori dovranno “arrangiarsi” per portare i figli a scuola, anche se hanno pagato l’abbonamento all’Arfea.

La segnalazione arriva da un nostro lettore: “da informazioni assunte in via informale presso lo sportello dell’Arfea di Tortona – ci dice – anche per il periodo di Carnevale molto probabilmente la ditta non effettuerà il servizio di trasporto, che coincide con il periodo di chiusura delle scuole della Provincia di Alessandria, che và da venerdì al lunedì. Si può benissimo immaginare la rabbia oltre al disagio che ne deriva, in quanto come già accaduto in passato non ci è stata data alcuna informazione al riguardo. e succederà che i ragazzi il primo giorno aspetteranno invano l’arrivo del mezzo, mentre per i giorni successivi i genitori dovranno inventarsi, in qualche modo, una forma di trasporto alternativa con tutta la scomodità.”

I genitori sono imbufaliti e chiedono all’Arfea di modificare gli orari e di seguire quelli delle scuole lombarde non delle piemontesi perché solo così si riesce a garantire il servizio di trasporto pubblico. Sperano che l’Arfea riveda quanto già deciso, anche in virtù del fatto che l’abbonamento è stato pagato per tutto il mese di febbraio e i disagi, visto il possibile maltempo potrebbero essere davvero elevati.

I genitori segnalano anche il fatto inverso, cioè che il bus viaggia vuoto quando le scuole di Voghera sono chiuse e ragazzi rimangono a casa, ma l’Arfea, che segue gli orari piemontesi effettua ugualmente la corsa. I genitori sottolineano il fatto che non è la prima volta che si verifica un disservizio del genere e che a suo tempo l’assessore ai trasporti della Provincia di Alessandria, Giancarlo Caldone, aveva assicurato che ci sarebbe stato un qualche rimborso per sanare il disagio:  l’ennesima promessa a cui, a quanto pare, non è stato dato seguito.

 4 febbraio 2013