L’ospedale di Valenza, ormai ex

I bambini non potranno più essere ricoverati negli ospedali di Acqui Terme e di Casale Monferrato. Queste le due principali novità del Piano Sanitario Regionale secondo quanto illustrato dall’assessore regionale alla sanità Paolo Monferino, che si preannuncia un vero e proprio disastro.

L’ospedale di Valenza smantellato con cessazione di tutta l’attività di degenza: Medicina e Fisioterapia, cessazione Laboratorio e attivazione punto prelievi;cessazione del Punto di primo Soccorso aperto 12 ore che verrà chiuso e attivazione di 30 posti letto per le cure intermedie.

In pratica l’ospedale verrà trasformato in Poliambulatorio.

Per l’ospedale di Ovada si prevede il trasferimento a Novi della Chirurgia generale, la cessazione Laboratorio e attivazione di un punto prelievi, trasferimento a Tortona della Fisioterapia e riconversione del Pronto Soccorso in un Punto di Pronto Intervento con letti per osservazione breve.

Per l’ospedale di Casale Monferrato è prevista la riconversione del reparto di Pediatria in pediatria ambulatoriale.

All’ospedale di Acqui Terme è prevista l’unificazione delle degenze dell’UTIC e della Rianimazione nei locali che ospitano quest’ultima struttura; e la riconversione del reparto di Pediatria in pediatria ambulatoriale.

Per quanto riguarda Ovada, secondo molti consiglieri di minoranza, la sensazione è che lo stiano smantellando pezzo dopo pezzo. La revisione della rete prevede il passaggio a Novi della chirurgia generale e a Tortona della riabilitazione. Siccome la riabilitazione è una eccellenza dell’ospedale di Ovada, il suo spostamento è un bruttissimo segnale. Anche perché è evidente che gli abitanti dell’ovadese difficilmente si serviranno di Tortona, più facilmente di Genova.

Polemico il consigliere regionale del PD, Rocchino Muliere, l’unico a divulgare i contenuti del Piano Sanitario, perché se aspettavano la Regione, campa cavallo.

“Non è che l’assessore Monferino – dice Muliere – vuole andare contro l’impegno sul futuro dell’ospedale di Ovada assunto non più di due settimane fa dal ministro Balduzzi? Siamo preoccupati, inutile nasconderlo perché tutte queste scelte sono pericolose, non solo perché rischiano di peggiorare la qualità del servizio e di rendere più difficile per i cittadini l’utilizzo delle strutture, ma anche perché incentivano la mobilità passiva. La nostra è una provincia di confine, Genova, Voghera, Pavia sono mete vicine. Il piano questo sembra dimenticarlo. Su mia richiesta, oggi, l’assessore si è impegnato a riunire le rappresentanze dei sindaci per discutere con loro del piano. La speranza è che le legittime esigenze dei territori vengano ascoltate, e si possa arrivare a una modifica. Questo è il nostro impegno in Consiglio regionale.”

7 dicembre 2012