Un Paese che si nutre con cibi di qualità è un Paese che pesa meno sul bilancio dello Stato perché più in salute, più competitivo, più concorrenziale e quindi in grado di produrre di più.

Insomma, la qualità del Made in Italy e la sana dieta mediterranea vanno a braccetto con la buona salute, ritratto di un’Italia che, nonostante la crisi, riesce ad esportare un modello agroalimentare vincente in Europa e nel mondo: un modello copiato a tal punto che il “falso Made in Italy” viene calcolato nelle tasche dello Stato qualcosa come 60 miliardi di euro.

E’ nato da qui lo spunto per il convegno “Qual è il nostro Stato di Salute? La risorsa dell’agroalimentare per l’economia italiana” che Coldiretti Alessandria ha organizzato per martedì 20 novembre nella sede della Camera di Commercio alessandrina al quale prenderanno parte relatori come il Ministro della Sanità Renato Balduzzi e la docente della Bocconi Marina Puricelli.

Sanità ed economia. Da una parte la valorizzazione dei cibi sani e del grande valore che il vero Made in Italy racchiude, dall’altro le potenzialità delle piccole aziende a conduzione familiare, vera grande risorsa per il futuro, dalle quali si potrà ripartire per costruire il nostro Belpaese.

La parola passerà quindi a Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità: conclusasi la recente esperienza di “Terra Madre” e del “Salone del Gusto” si potrà fare una riflessioni su tutti i gusti del mondo, partendo dal valore del cibo e dalle grandi potenzialità che esso racchiude.

Contributi come quelli che verranno portati da Stefania Grandinetti, presidente regionale Terranostra, e Graziella Boveri, responsabile provinciale Donne Impresa, rappresenteranno concreti esempi di imprese vincenti, condotte da donne, aziende che hanno fatto della multifunzionalità il loro punto di forza, diventando punto di riferimento per il territorio. Imprenditrici che, sapendosi sempre reinventare, trovano nuove risorse e nuove energie per affrontare le sfide quotidiane.

Le conclusioni, affidate al presidente provinciale Roberto Paravidino, vorranno essere un momento di sintesi non solo dei lavori della giornata ma anche uno spaccato di quello che Coldiretti sta portando avanti con il Progetto per il Paese per promuovere una filiera tutta agricola e tutta italiana.

Al Presidente della Camera di Commercio Piero Martinotti e a Carlo Frascarolo, vice presidente della Banca di Legnano,verrà affidata l’apertura dei lavori.

 

 

Al centro del convegno ci sarà dunque il Made in Italy e le imprese: infatti, l’unica leva competitiva possibile per il “Made in Italy’ agroalimentare è quella di essere diversi perché migliori. Il futuro della nostra agricoltura sarà nell’essere diversi e migliori, e non omologati a quei sistemi produttivi che operano con strutture di costi per noi irraggiungibili.

Il problema è non farsi copiare le nostre eccellenze e non replicare modelli che il mercato ha già abbondantemente bocciato, come nel caso degli Ogm. Sarebbe bene che anche gli altri settori dell’economia trovassero ancoraggi forti per farsi riconoscere quella diversità in mancanza della quale siamo destinati a competere sui costi, con il rischio della delocalizzazione e di nuova povertà sociale.

“La globalizzazione senza globalizzare le regole ha trasformato il mercato, che non si regolamenta affatto da solo come, in troppi, ci hanno voluto far credere, in mercatismo. La conseguenza è che la finanza e la speculazione prendono il sopravvento sul lavoro reale perdendo di vista la realtà delle cose che è fatta di prodotti concreti e non di carta. – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni – Se l’Italia vuole uscire dalla crisi deve puntare sui propri talenti, sulle cose che sa fare, sul territorio e sulle produzioni agroalimentari di qualità, unico settore in controtendenza nel 2012, l’unico ad aver segnato un aumento del Pil dello 0,4% e dell’export dell’8% nel 2011”.

 19 novembre 2012