Quelle  che vedete in questo articolo sono 4 delle poche  fotografie pubbliche in cui si vedono i reperti rinvenuti nello scavo del cantiere sotto l’ex cinema verdi in via Emilia nord.

Reperti che come avvenuto recentemente in altri cantieri cittadini sono stati oggetto di un sopralluogo da parte della Soprintendenza dei Beni Archeologici del Piemonte che ne ha effettuato la datazione, ha catalogato il sito, scattato fotografie e poi ha autorizzato la società alla prosecuzione dei lavori, con una bella colata di cemento sopra.

Non sappiamo se di questo sito archeologico, come quello scoperto in piazza Tito Speri sia rimasto qualcosa, se attraverso le cantine del palazzo in costruzione sia stato realizzato qualcosa, una copertura in vetro quant’altro per rendere accessibili, almeno visivamente parte dei resti archeologici.

Vorremo sperarlo, ma abbiamo forti dubbi.

Quello che fa specie è che nessuno – almeno pubblicamente – ha avuto l’accortezza di illustrare ai cittadini quello che è stato ritrovato.

In piazza Tito Speri, ad esempio abbiamo saputo che a distanza di un anno è stato rinvenuto un tesoro gotico di inestimabile valore.

Certo non è stata la Soprintendenza a comunicarlo: da Torino tutto tace, ma crediamo che i tortonesi abbiano il diritto di sapere (almeno) cosa c’era in questa parte della città.

Fa specie che i due ritrovamenti archeologici, quello nel sottosuolo di piazza Tito Speri e all’ex cinema verdi sono avvenuti quasi contemporaneamente, oltre un anno fa, ma nessuno finora, si è premunito di fornire comunicazioni ufficiali.

Perché questo silenzio?

Sappiamo che la Soprintendenza è restia a fornire comunicazioni, gelosa del suo lavoro, ma il Comune? Perché non si è mai preoccupato di informare i cittadini, magari attraverso un semplice comunicato stampa diretto ai giornali che a loro volta lo avrebbero divulgato?

Ma la domanda che ci poniamo è: non c’era un modo di salvare questi siti archeologici? Davvero non si poteva modificare il progetto e lasciare visibili questi scavi?

Eppure precedenti in materia ce ne sono: all’ex Fitteria in via Emilia nord, poco più avanti dell’ex cinema verdi dove 30 anni fa vennero scoperte delle tombe romane e si impedì la realizzazione di un palazzo (infatti ne sono stati costruiti soltanto due).

Non diciamo che si doveva impedire la costruzione del condominio in piazza Tito Speri o all’ex verdi, ma forse arretrarlo, modificare i progetti, in modo da rendere visibile e accessibile al pubblico questi scavi che uniti a tutti gli altri esistenti avrebbero potuto costituire un motivo di richiamo turistico-archeologico.

Invece si è persa l’ennesima occasione di rilancio della città.

Complimenti a tutti i protagonisti di questa vicenda. Davvero bravi!

 14 ottobre 2012