Un momento della conferenza stampa. Mauro Lazzaro al centro con i suoi legali

Un complotto per mettere in crisi le aziende Lazzaro? Se così fosse gli autori avrebbero in parte raggiunto,il loro obiettivo, perché a causa della vicenda dei braccianti, l’azienda ha perso il 60% del fatturato e il miglior cliente.

E’ questa una delle ipotesi che emerge dalla conferenza stampa che si è svolta martedì presso uno studio legale ad Alessandria dove Mauro Lazzaro, insieme ai suoi legali ha spiegato come l’azienda, a causa della protesta dei braccianti sia stata messa in ginocchio: “siamo costretti a gettare al macero moltissimi ortaggi – ha detto Mauro Lazzaro – verze, crauti, zucchine, pomodori, piselli e fagioli perché abbiamo perso il contratto con la grande distribuzione e tutto per colpa di accuse non vere e di una campagna contro di noi. Purtroppo, proprio a causa delle cattiva pubblicità non riusciamo ad avere altri contratti.”

Una situazione quella delle aziende Lazzaro che potrebbe avere strascichi pesanti in tribunale perché il legale dei Lazzaro, ha ufficialmente comunicato di aver sporto denuncia alla Procura della Repubblica di Tortona per violazione dell’articolo 513 bis del codice penale che punisce chiunque nell’esercizio di un’attività commerciale, industriale o comunque produttiva, compie atti di concorrenza con violenza o minaccia. Secondo i Lazzaro, infatti venivano fermati solo i camion destinati alla grande distribuzione e non tutti gli altri e questo ha provocato la rottura del contratto.

“Abbiamo atteso prima di parlare – ha detto l’avvocato Guglielmo Gulotta di Milano che cura gli interessi di padre e figlio – perché volevamo raccogliere prove e testimonianze. Quello che è stato detto e scritto era tutto falso: la protesta che ha dato inizio alla vicenda era una messa in scena costruita o da chi aveva smesso di lavorare perché il suo contratto a tempo determinato era scaduto o da altri. Non si è mai sentito che i lavoratori invoglino a boicottare il cliente più importante del loro datore di lavoro col rischio di mandare in crisi l’azienda e di rimanere disoccupati.”

L’avvocato sottolinea anche le molteplici falsità che sono state dette nei mesi scorsi: “Non è vero che i braccianti sono stati trattati male o ridotti in schiavitù – aggiunge il legale – abbiamo raccolto testimonianze scritte da parte di numerosi lavoratori che attestano che coloro che hanno lavorato per le aziende Lazzaro, sia italiani che stranieri, sono sempre stati trattati con rispetto e, a loro, è stato sempre messo a disposizione – contrariamente a quanto sostenuto) ogni possibile conforto come acqua, caffè e cioccolata per alleviare il lavoro che è sicuramente molto duro. Inoltre i dipendenti, senza alcun rilievo potevano portare a casa prodotti della terra provenienti dalle aziende.”

“Siamo stati costretti a chiedere l’intervento di altri lavoratori – conclude Mauro Lazzaro – perché i marocchini rientrati al lavoro dopo l’accordo sindacale continuavano a danneggiare gli ortaggi destinati alla grande distribuzione come tagliare le verze, compromettendo così l’immagine dell’azienda, quando la condizione posta alla base dell’accordo sindacale era di non boicottare l’attività dell’azienda. Chi può avere interesse sindacale e non a mettere in ginocchio un’azienda che da anni dà lavoro nella zona, per esempio impedendo l’uscita dei soli camion diretti alla grande distribuzione? Come mai all’Ilva e all’ Alcoa i lavoratori lottano perché le imprese possano sopravvivere e, qui, nel Tortonese, lottano perché possa essere distrutta? Quale impresa oppure organizzazione c’è dietro a tutto questo?”

 9 ottobre 2012