Esperti dell’Asl e dell’Arpa giovedì mattina in Provincia sono stati ascoltati dai politici locali nell’ambito di una riunione congiunta delle commissioni Ambiente del Comune e della stessa Provincia di Alessandria. Commissioni che già da qualche tempo hanno deciso di lavorare insieme per il bene Comune e di tenere alta la tensione sul Polo Chimico di Spinetta Marengo focalizzando le attenzioni sull’inquinamento del cromo esavalente e delle altre sostanze inquinanti come il Cloroformio che ha raggiunto livelli spaventosi.

Attenzioni che devono essere molto alte soprattutto rispetto alla potenzialità del Polo chimico di Spinetta, dotato di 73 camini e ben 15.000 punti sensibili da cui potrebbero fuoriuscire sostanze inquinanti.

La riunione congiunta aveva soprattutto lo scopo di verificare i pericoli per la salute pubblica sia per quanto riguarda il pregresso che per il futuro.

Da questo punto di vista, almeno finora, molto confrontanti sono i dati di una vasta indagine sull’incidenza delle malattie tumorali, cardiache e respiratorie nella popolazione maggiormente esposta al rischio chimico, cioè gli abitanti di Spinetta Marengo e della Fraschetta che comprende circa 16 mila persone.

Un ‘indagine effettuata allo scopo di verificare se le emissioni del polo chimico e la situazione ambientale potevano avere effetti negativi sulla popolazione facendo aumentare il numero dei tumori e delle malattie in genere. E’ questo infatti, l’indicatore principale che consente di valutare se vi siano correlazioni tra le emissioni e l’inquinamento provocato da un qualsiasi insediamento industriale.

Maria Antonietta Brezzi e Claudio Rabagliati dell’ Asl

L’indagine in questione è stata realizzata dall’Asl ed illustrata da Claudio Rabagliati e da Maria Antonietta Brezzi del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl provinciale.

Una doppia indagine perché i primi dati presi in esame nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2004 e il 31 ottobre 2005, cioè subito dopo la scoperta dell’inquinamento del cromo esavalente provocato dal Polo Chimico di Spinetta, avevano messo in allarme non poche persone. I dati infatti, in molti casi registravano una percentuale superiore alla media regionale, ma poiché si trattava di un numero di decessi ristretto (“solo” 243 morti in 21 mesi) e quindi poco significativo per correlarli ad una casistica regionale, l’Asl ha deciso di allargare il raggio di azione ed ha commissionato una seconda indagine molto più vasta.

La seconda indagine statistica ha preso in esame sempre gli stesi paramenti ma ha allargato il raggio di azione prendendo in esame il numero dei decessi compresi tra il 1996 (cioé alcuni anni prima della scoperta dell’inquinamento) fino al 2008.

Un’indagine minuziosa che è durata parecchio tempo ed ha analizzato una vasta casistica soprattutto sulle malattie principali: tumori, infarto ictus e malattie cardiovascolari ed infine le malattie all’apparato respiratorio.

Lo stabilimento Solvay Solexis di Spinetta Marengo

Il risultato è stato confortante ed ha ridimensionato quello che poteva essere un pericoloso allarme se gli esperti si fossero basati sulla prima indagine.

Nei 12 anni presi in esame per alcune malattie c’è stato un leggero aumento rispetto alla media regionale compreso fra il 2 e il 10% per altre invece, una diminuzione.

Insomma scostamenti irrisori che non possono fare testo ma che rientrano nella casistica.

“Analizzata a fondo la situazione – ha detto Carlo Rabagliati dell’Asl – possiamo dire che si tratta di valori tranquillizzanti.”

Gli unici dati che destano preoccupazione riguardano i tumori all’encefalo, al pancreas e al rene, che sono il doppio della media regionale, ma a dire il vero, lo sono sempre stati dal 1996 ad oggi, quindi non fanno testo.

L’indagine allargata a 12 anni, infatti, aveva anche lo scopo di evidenziare eventuali picchi e scostamenti nella percentuale dei decessi nel corso del tempo, così da corredarli ad un possibile mutamento ambientale, cosa che invece, secondo il numero dei decessi rilevati, per fortuna, non si è verificata.

Dai presenti, comunque, è arrivata al sollecitazione a controllare minuziosamente la situazione: in particolare, il presidente della Commissione Ambiente del Comune di Alessandria, Claudio Lombardi, ha chiesto di monitorare le emissioni anche in virtù del fatto che entro il 31 dicembre prossimo un protocollo ambientale internazione prescrive di cessare l’utilizzo di un gas clorurato per cui sarà necessario effettuare alcune verifiche per controllare se le prescrizioni saranno adottate.

 4 ottobre 2012