Pubblichiamo un comunicato stampa di Rifondazione Comunista in cui gli attivisti, con somma sorpresa, leggendo un giornale locale che ha ripreso le pubblicazioni dopo circa un mese di sosta, si accorgono di essere stati denunciati per violenza privata.

Il fatto ci stupisce perché, Oggi Cronaca aveva pubblicato la notizia il 30 giugno scorso, cioè quando effettivamente l’episodio era successo, così come ci stupisce che il giornale locale in questione, sempre solerte a criticare l’operato dei colleghi incensando sé stesso, abbia pubblicato la notizia con grande ritardo (a luglio il giornale era in edicola) e così come ci sorprende che altri quotidiani on line, nella giornata di oggi abbiano “ripreso” la notizia come se si trattasse di un fatto avvenuto ieri.

Ci sorprende perché tutti questi signori (ma non soltanto loro) dovrebbero avere un ruolo di pubblica utilità nella società di oggi e dovrebbero essere almeno informati su quello che accade.

Perlomeno su quello che accade nella loro zona, visto che molte persone “pendono” dalle loro labbra e ascoltano ciò che dicono.

Siamo stati fortemente indecisi se pubblicare il Comunicato di Rifondazione, perché sembra che vogliamo ergerci noi a paladini dell’informazione, ma non è così.

Abbiamo deciso di pubblicare la notizia per rispetto a nostri lettori, perché il nostro credo è la verità e perché crediamo che la gente debba sapere la verità. Sempre e comunque.

Sbagliamo tutti e sbagliamo anche noi di Oggi Cronaca, perché sbagliare fa parte della vita, ma non abbiamo la pretesa di sentirci sempre nel giusto e criticare costantemente l’operato degli altri, perché siamo consapevoli che la verità ha sempre due facce e non è mai da una parte sola.

 

IL COMUNICATO DI RIFONDAZIONE

Apprendiamo da un giornale locale tortonese di essere tra i denunciati per concorso in violenza privata (sic!), tutti manifestanti del Presidio di Castelnuovo Scrivia , in occasione dei blocchi stradali di agosto che hanno impedito o ritardato i rifornimenti dei camion della grande distribuzione in carico verso l’Azienda Lazzaro, indagata a sua volta dalla Procura di Torino (indagini affidate al giudice Guariniello) per riduzione in schiavitù, frode fiscale, violazione delle leggi sull’immigrazione, etc. etc.

I blocchi erano azioni di protesta a fronte di tutto questo, decisi ed attuati dai lavoratori e dai solidali. Denunciati i braccianti, alcuni sindacalisti, le compagne del Prc Tortona , un compagno delle Brigate di Solidarietà Attiva di Pavia, membri di alcune associazioni tortonesi e alcuni privati cittadini che hanno partecipato alle azioni di protesta in solidarietà ai braccianti.

Tutto ciò risulta ancora più grave di fronte alla palese illegalità di un’Azienda che, di fronte ad indagini, accuse, vertenze aperte, scandalo e rimbalzo mediatico su tutti i media nazionali, continua a lavorare indisturbata ed è ormai quasi riuscita a liberarsi dei lavoratori che hanno squarciato il velo dell’invisibilità e si sono ribellati. Un’ Azienda che oggi, poco per volta, lascia a casa chi ha parlato e fa lavorare una cooperativa di Brescia, con altri migranti sfruttabili e ricattabili.

Non pensiamo esista solo il caso Lazzaro, anzi siamo sempre più convinti che vi sia un sistema diffuso costruito su schiavismo e sfruttamento, al sud come al nord. Questo è un caso emblematico in provincia, però. Qui i lavoratori hanno parlato, giocandosi davvero tutto, clandestini compresi.

Non è accettabile che chi è stato sfruttato e umiliato si veda anche denunciare perché rivendica con forza i propri diritti : questo vale per tutti i lavoratori, al di là delle loro origini. Certo è però che il clima che si respira è un clima razzista (pensiamo al famoso cartello affisso sul palo fuori dall’Azienda), è un clima di repressione e di intimidazione: un clima che noi non intendiamo accettare.

Lo diciamo serenamente: la vicenda non è ancora chiusa e non sarà l’ennesima denuncia a fermarci; esiste un problema che va oltre questa Azienda e ci chiama tutti in causa: è il clima di omertà che si respira attorno a questa faccenda.

Invitiamo tutti i solidali che leggono e che rifiutano benessere e cibo costruiti con lo sfruttamento di uomini e donne, fratelli e sorelle, ad esprimere la massima solidarietà a questi lavoratori e a chi ha lottato e lotta insieme a loro. Ne hanno bisogno, ne abbiamo bisogno: perché in molti, in troppi, non vedono l’ora che cali di nuovo il silenzio su tutto questo..l’omertà, ancora una volta.

Prc Tortona


2 settembre 2012