Brillante intervento dei poliziotti del Commissariato di Casale che hanno individuato ed arrestato uno degli autori del maxi furto di 70 mila euro in oro e gioielli messo a segno ai danni della gioielleria Boggione.

I dettagli dell’operazione durata diversi e si é realizzata grazie all’ausilio delle telecamere a circuito chiuso e delle intercettazioni telefoniche, è stata illustrata durante una conferenza stampa che si è tenuta poco prima di mezzogiorno al Commissariato di Casale dal comandante Atos Vecchi.

I FATTI

La Polizia di Stato di Casale Monferrato, nel pomeriggio del 18 aprile 2012 è intervenuta presso la gioielleria Boggione di via Liutprando ove era stata segnalata la consumazione di un furto compiuto nell’orario di chiusura dell’esercizio, durante la pausa per il pranzo. In questo lasso di tempo ignoti si erano introdotti nei locali della stessa forzando la serranda metallica e infrangendo il vetro della porta che è stata aperta senza difficoltà. I malviventi si sono appropriati di orologi ed oggetti preziosi, in gran parte catename d’oro, bracciali e oggetti con lavorazione in corallo rosso per un valore complessivo di circa euro 70.000. (settantamila).

Dopo il primo intervento compiuto dalla Squadra Volante e dalla Polizia Scientifica, che ha raccolto ogni elemento utile all’identificazione degli autori, la Squadra Investigativa ha avviato l’analisi degli elementi raccolti cercando ulteriori dati che potessero essere utili alla ricostruzione dell’episodio delittuoso.

LE PRIME INDAGINI

Rilevante e determinante è stata la visione dei filmati raccolti dalle telecamere a circuito chiuso utilizzate da una rivendita prossima al luogo in cui è avvenuto il furto: in questi sono stati individuati tre uomini parzialmente coperti da cappucci, trattandosi di una giornata piovosa, e dagli ombrelli e che sono stati visti stazionare a lungo nei pressi della gioielleria. Particolare incisivo è apparso quello per cui i tre soggetti sono stati ripresi mentre cercavano di nascondersi al passaggio di un’autovettura della Polizia di Stato. Ciò ha indotto gli investigatori a capire che con tutta probabilità, proprio quelli potessero essere gli autori del furto.

Uno di essi è stato ripreso dalle telecamere mentre entrava nell’esercizio commerciale vicino a quello del reato ed acquistava una ricarica telefonica; dall’esame delle schede vendute in quel breve periodo di tempo che ricomprendeva il momento del furto, è stato possibile risalire ad alcune utenze mobili che sono state contattate, in particolare, da una di esse e che conducevano a persone inesistenti, manifestando dunque la forte probabilità che le schede telefoniche fossero utilizzate per scopi illeciti.

LA SVOLTA

A questo punto il traffico delle utenze è stato monitorato e, attraverso un mirato uso di specifici servizi d’intercettazione, è stato possibile risalire, punto per punto, persona per persona, fino ai reali individui che utilizzavano tali utenze e che erano già conosciuti per aver compiuto reati analoghi. Peraltro l’attività è stata resa ancor più difficoltosa dal fatto che i malviventi usavano le schede telefoniche per pochissimi giorni al fine di non lasciare tracce delle loro comunicazioni e dei reciproci contatti. Particolare curioso è che, nelle loro comunicazioni, i malviventi si chiamavano tra loro utilizzando solo dei soprannomi.

Si trattava di cittadini stranieri, rumeni, marocchini ed albanesi. Uno dei rumeni RUSU Mihai Marian, nato nel 1978 in Romania è stato individuato come uno degli autori del furto attraverso il riconoscimento compiuto utilizzando le riprese a circuito chiuso che hanno dimostrato, senza incertezze, che lo stesso avesse effettuato l’acquisto della ricarica telefonica nei pressi del luogo del reato.

Dopo aver compiuto, nel mese di maggio, sei perquisizioni domiciliari, disposte dalla locale A.G., presso la dimora del RUSU, in quella della fidanzata e di altre quattro persone risultate in costante contatto con questi, i poliziotti di Casale M.to, hanno rinvenuto numerosissimi oggetti provenienti dal furto commesso ai danni della gioielleria Boggione nonché tre orologi “Baume e Mercier” sottratti alla gioielleria Lazzari di Torino il 23 aprile sc., a seguito di una “spaccata”, due dei quali trovati indosso al RUSU ed alla compagna.

Nel corso delle perquisizioni sono stati trovati numerosi altri oggetti preziosi nonché una copiosa quantità di attrezzature informatiche, probabilmente proveniente da altri furti e la cui origine è in corso di accertamento.

A seguito di tale imponente rinvenimento il RUSU è stato sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria per i reati di furto aggravato in concorso e ricettazione. Inoltre sono stati denunciati per ricettazione, in stato di libertà altri quattro soggetti, tra cui la compagna rumena del RUSU, un altro connazionale, un marocchino ed un albanese, quest’ultimo trovato dagli investigatori con addosso il terzo degli orologi “Baume e Mercier” rubati.

Il RUSU, il cui fermo è stato immediatamente convalidato, ha successivamente ammesso le responsabilità senza coinvolgere altri e si trova ancora detenuto a Vercelli; questi oltre a commettere materialmente furti di valore è risultato aver organizzato un consistente traffico delle merce trafugata che veniva dirottata in Romania, anche per sottrarla più rapidamente possibile ai controlli della forze di Polizia.

Grazie ai servizi tecnici compiuti dagli investigatori di Casale M.to è stato individuato anche un cittadino rumeno che trafficava in sostanze stupefacenti e che è risultato essere “il fornitore” dell’intero gruppo.

LE ALTRE PERSONE COINVOLTE

Nel corso dell’indagine sviluppata dal Commissariato di Casale M.to sono emersi i nominativi di soggetti che, con tutta probabilità, facevano parte della stessa banda del RUSU in quanto è risultato che questi fossero sempre presenti negli stessi luoghi e nelle stesse ore in cui lo stesso operava. Sebbene, al momento, non siano emersi elementi di prova di loro responsabilità in ordine ai reati perseguiti da quest’Ufficio, grazie al coordinamento della Procura della Repubblica di Casale M.to, il dato è stato utile per suffragare un’indagine già in corso dei Carabinieri di Asti, i quali avevano raccolto indizi consistenti sul conto di MOLNAR Sergiu Valentin rumeno di 26 anni che in Torino recentemente è stato fermato perché trovato in possesso di una pistola e che è risultato essere l’autore di numerosi altri furti.

Bilancio finale dell’operazione:

Nr.1 persona arrestata per furto e ricettazione;

Nr.1 persona denunciata per spaccio di sostanze stupefacenti;

Nr.4 persone denunciate per ricettazione.

Rinvenuti orologi e preziosi per il valore di euro 20.000, in gran parte restituiti;

Rinvenuto materiale informatico e capi d’abbigliamento per il valore di 10 mila euro.

2 agosto 2012