Si sta tornando indietro di almeno vent’anni; la rete socio-assistenziale costruita un pezzo alla volta, con tanta fatica sul nostro territorio, ha già subito dei colpi non indifferenti in questi ultimi due anni. Ma il peggio deve ancora venire visti anche i progetti di smantellamento decisi sia a livello centrale che regionale.


In poche parole sempre meno risorse nel settore socio-assistenziale e quindi al Cissaca Quando si parla di Cissaca e di socio-assistenziale, bisogna avere ben presente di chi parliamo; anziani non autosufficienti, disabili, invalidi, di famiglie senza reddito, di minori abbandonati, di donne maltrattate. In sostanza stiamo parlando della fascia di popolazione più debole, che ha più bisogno di protezione e di assistenza, quella più esposta alla sofferenza e al disagio.

Stiamo parlando degli ultimi e come sempre accade sono i primi a pagare gli effetti della crisi. Se fanno male i tagli alla cultura,alla ricerca,alla scuola, alla sanità, quelli che interessano la fascia più debole della popolazione sono devastanti.

Ecco perché ci sembra che anche in presenza di una crisi economica come quella che il Paese sta vivendo, nessun taglio dovrebbe interessare l’assistenza, affinchè la sofferenza non si sommi a sofferenza. E poi ci domandiamo, perché questo settore della società non ha mai goduto di periodi di “vacche grasse”? Infatti sono solo pochissimi anni che il diritto all’assistenza, a fatica, è diventato in Piemonte un diritto concretamente esigibile!

E pensare che con la Legge 328/2000 un passo in avanti si era fatto dando la competenza assistenziale alle regioni e il Piemonte nel 2004, con una legge, istituiva i LEA (livelli essenziali di assistenza) con lo scopo di garantire assistenza e risorse a chi ne aveva il diritto e tutto questo sino al 2010.

Con l’arrivo di Cota alla guida della Regione tutto questo è stato cancellato.

E le conseguenze sono percepibili: Cissaca al collasso, cooperative sociali allo sbando, operatori sociali senza certezze per il loro futuro, servizi ridotti.

E a pagare tutto ciò il cittadino/utente che vive doppiamente il disagio: quello sociale per la sua condizione e umano in quanto umiliato nella sua dignità come persona.

Se all’unanimità si afferma che chi eroga servizi, in questo caso il Cissaca, lo fa con professionalità allora chiediamo a chi oggi ha responsabilità di governo (Comune e Provincia) ed è moroso nei confronti del Cissaca,di non tergiversare, di pagare i debiti per far si che centinaia di operatori possano continuare ad occuparsi di quei cittadini che ogni giorno, sul nostro territorio, chiedono umilmente di essere accuditi.

Lista “Crescere insieme”

 

23 ottobre 2011