ferrari giovanni - QGiuvanen com’è stato chiamato dai familiari, dagli amici per la sua esile giovanile figura Nato in quei della Cararola, quel gruppo di case a settentrione dello stabilimento Borsalino, nel 1907 ha mietuto una serie di meritati successi nel difficile mondo del calcio

Giovanni è un ragazzo prodigio. È ancora bambino quando gioca con palloni auto costruiti di stracci, gioca fra via 24 Maggio e piazza Valfrè, due arterie deserte dal traffico d’oggigiorno.

L’Alessandria lo recluta, giovanissimo, fra il suo vivaio; appena sedicenne esordisce contro la Juventus.

Il Napoli lo adocchia, lo contatta per reclutarlo nella squadra Partenopea, un’occasione certo da non perdere, accettata di buon grado, tuttavia vanificata in quanto è stata una scelta, seppure ragguardevole, poco convincente per il nostro calciatore: così torna nelle file dei suoi Grigi, accolto con entusiasmo, ove emerge in tutta la sua bravura nel ruolo di centrocampista.

La Juventus lo chiama a Torino, qui passa da successo in successo per merito della sua innata tattica, la sottile intelligenza, la sicurezza nel gioco, nelle marcature, con il tocco raffinato, unito alla velocità nell’azione.

Giovanni è stato un calciatore fra quelli ad avere accumulato il numero maggiore di scudetti, protagonista indiscusso nella Juve, nelle squadre milanesi, cogliendo la vittoria nel campionato italiano fra le file del Bologna, come nelle altre partite a livello internazionale ov’è stato indiscusso protagonista con la conquista di due coppe del mondo.

La sua esperienza, l’abilita innata, nel giorno in cui ha appeso al chiodo le scarpe, gli è utile, ancora una volta, sui campi di calcio per individuare i giovani talenti da inserire nella varie formazioni calcistiche, una carriera proseguita a Coverciano, presso il Centro Tecnico, laddove ha assunto l’incarico di preparare i giocatori convocati nella Nazionale di Calcio Italiana.

Alessandria è affezionata al suo Giuvanen. Premiato in diverse occasioni, la più significativa è la medaglia d’oro consegnatagli dalla Provincia; il Comune gli ha intitolato un campo di calcio, palestra per le future leve.

La sua figura è ancora ben viva nei ricordi della nostra città, un’immagine di spicco nello sport ad alto livello.

                                                                                    Franco Montaldo


3 giugno 2015