Prima di scrivere questo articolo di cronaca nera chiediamo scusa ai genitori, ai familiari e a tutti quelli che lo conoscevano. Probabilmente avremmo anche fatto a meno di narrare un evento che – da genitori – non vorremmo mai descrivere, ma la notizia che la Diocesi di Tortona, in segno di lutto, decide di sospendere e rinviare a fine settembre le “Invasioni musicali” in programma domenica prossima, ci impedisce di mantenere il silenzio per rispettare il dolore dei familiari e ci obbliga a scrivere questo dramma.

Abbiamo però deciso di fare una cosa: non citare il cognome del giovane, ma solo il nome di battesimo, né di pubblicare una sua fotografia o l’indirizzo della sua abitazione a Tortona, ma soltanto, alla fine dell’articolo, una foto di gruppo, tratta dal suo profilo Facebook, in cui c’è anche lui insieme al Vescovo Vittorio Viola e insieme a tanti altri giovani sorridenti al termine di una giornata di allegria, perché vorremmo che tutti potessero ricordarlo così in quel momento felice della sua vita su questa Terra.

Non ci interessa cosa faranno gli altri giornali: noi crediamo che questo sia un modo per avere rispetto del dolore di chi, adesso, sta soffrendo per la sua scomparsa e abbiamo deciso di pubblicare quella foto perché è un modo simbolico per  far sentire a Stefano e a tutti coloro che lo amavano che tante persone gli volevano bene, anche se adesso non è più qui.

Una scomparsa avvenuta oggi, mercoledì 13 giugno, poco dopo l’ora di pranzo, quando Stefano, per motivi ignoti, ha deciso di suicidarsi impiccandosi tra le mura della sua abitazione, dove vivono mamma e papà.

E’ stata la mamma, purtroppo, a fare la macabra scoperta.

Non sappiamo se Stefano abbia lasciato un biglietto per spiegare il suo gesto ma, a quanto pare, è stato un fulmine a ciel sereno.

Stefano aveva 29 anni ed era in Seminario ormai da alcuni anni.

La Diocesi di Tortona è in lutto e giustamente ha sospeso le “Invasioni Musicali” in programma domenica prossima in città, rinviandole a fine settembre. Un lavoraccio disdire tutto, le prenotazioni, gli appuntamenti dei musicisti, i pianoforti già affittati e tutta una macchina organizzativa in funzione da mesi, ma non si può festeggiare in situazioni come questa.

E’ in lutto anche la città, perché a prescindere dai motivi che hanno spinto Stefano a togliersi la vita, apprendere notizie come questa è un dolore anche per chi non conosceva il giovane.

Vorremmo aggiungere altre mille considerazioni, consolare i genitori dicendo loro che Stefano non è morto e per chi crede in Dio, lui ha scelto forse una vita migliore di quella piena di ingiustizie che viviamo in questa società; poi vorremmo fare la condoglianze alla mamma e al papà, ai parenti, agli amici, a tutti coloro che lo conoscevano.

Vorremmo scrivere tante altre cose per cercare di mitigare un dolore insopportabile, soprattutto per i genitori, ma sappiamo che sarebbe tutto inutile perché nulla potrà mai restituire Stefano a chi lo amava.

Angelo Bottiroli