Le armi dell’antimafia colpiscono i Rinaldi: Polizia di Stato e Guardia di Finanza sequestrano anche la lavanderia a gettoni “Le mille bolle blu”, che rappresentava l’unica fonte di reddito apparentemente lecita della nota famiglia sanremese. Nei giorni scorsi, infatti, il Tribunale di Genova ha accolto la proposta, avanzata dal Questore di Imperia, dr. Cesare Capocasa, di applicare la misura di prevenzione patrimoniale prevista dal Codice Antimafia per soggetti socialmente pericolosi che si sono arricchiti grazie alle loro attività illecite. Già nel gennaio scorso, il Tribunale di Imperia, su richiesta della locale Procura della Repubblica, che aveva delegato alla Squadra Mobile ed al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria i relativi accertamenti patrimoniali, aveva disposto il sequestro di beni per un valore di circa 800.000 euro nei confronti dei Rinaldi e di terzi intestatari fittizi dei beni.

La misura era stata disposta nell’ambito di un procedimento penale che vede coimputati Rinaldi Giuseppe ed i suoi figli Matteo e Luca per traffico di ingenti quantitativi di varie tipologie di stupefacenti (operazione Rebound, per la quale è prevista in data odierna la sentenza di primo grado). 2 Il sequestro appena eseguito si aggiunge al precedente ed è dallo stesso autonomo, poiché è legato non ad un singolo reato commesso ma alla pericolosità sociale dei Rinaldi, oltre che alla oggettiva sproporzione tra i beni nella loro disponibilità e ed i redditi da loro dichiarati. Per questo motivo, il Questore di Imperia, utilizzando gli strumenti del Codice Antimafia, ha richiesto non solo il sequestro di ulteriori beni, individuati grazie agli approfondimenti patrimoniali eseguiti dalla Guardia di Finanza, ma anche l’applicazione della sorveglianza speciale di P.S., la più grave tra le misure di prevenzione personali, sulla base delle risultanze, aggiornate dagli investigatori della Squadra Mobile, dei curricula criminali dei Rinaldi, Nello specifico, oltre a rapporti finanziari, immobili, terreni, autovetture e motoveicoli già sequestrati penalmente, sono stati “aggrediti” dalla misura di prevenzione patrimoniale, per la successiva confisca definitiva, anche un terreno, coltivato ad uliveto, sulle alture di Sanremo e la lavanderia, anch’essa nella città dei Fiori, con beni e conti correnti alla stessa riconducibili.

La preziosa ed efficace sinergia tra gli uffici investigativi e l’impiego di tutti gli strumenti che l’ordinamento mette a disposizione per contrastare le infiltrazioni della criminalità nell’economia legale hanno permesso di sottrarre ad una famiglia che si era arricchita, grazie alla commissione di gravi reati, di ingenti beni, restituendoli alla collettività. Per la prima volta nella provincia di Imperia, sulla base del c.d. “doppio binario”, il sequestro disposto nel procedimento penale viene affiancato dalla misura di prevenzione patrimoniale prevista dal Codice Antimafia; un segnale forte alla criminalità.