In genere non pubblichiamo mai risposte dati ad articoli apparsi ad altri giornali, ma stavolta facciamo uno strappo alla regola. Lo facciamo per vari motivi e – perdonateci – lo facciamo perché  lo scritto pervenutoci da Azione Tortona, fa sorgere effettivamente alcuni dubbi.

Non sappiamo se corrisponda al vero l’affermazione che “l’Anpi chiede ai sindaci del Tortonese di negare gli spazi pubblici alle organizzazioni che non si dichiarano antifasciste” perché purtroppo, in maniera molto poco democratica, l’Anpi non ci ha inviato alcun comunicato stampa in merito (e ci piacerebbe saperne il motivo visto che siamo il giornale più letto del Tortonese) e poi perché le affermazioni di Azione Tortona meritano visibilità perché spiegano come agisce e come opera un’associazione che – a prescindere dalla possibile o meno collocazione politica di estrema destra, ha fatto e sta facendo cose buone per i meno abbienti.

Prima di pubblicare il Comunicato stampa di Azione Tortona, a chi probabilmente penserà che Oggi Cronaca non sia obiettivo e ci etichetterà in vari modi, voglio ricordare che chi scrive (cioé uno dei fondatori di Oggi Cronaca che è direttore del giornale), aveva un nonno che è stato un partigiano ed è morto nel 1944, dando la vita per la Patria combattendo i tedeschi, per cui sono nato ed ho vissuto crescendo sempre con quel’ideologia democratica di sinistra comune a molti italiani. Questo però non mi impedisce di discernere le cose giuste da quelle sbagliate, perché solo gli ottusi hanno le fette di salame sopra gli occhi e non anno riconoscere la verità.

(a.b.)

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IL COMUNICATO DI AZIONE TORTONA

 

L’unica violenza è quella antifascista

Azione Tortona risponde all’articolo comparso quest’oggi nell’edizione cartacea de “La Stampa”, nel quale, in una nota, l’Anpi chiede ai sindaci del Tortonese di negare gli spazi pubblici alle organizzazioni che non si dichiarano antifasciste, citando a chiare lettere la loro associazione.
“L’Anpi, sostiene che:《bisogna prendere questo provvedimento visti gli atti di violenza di alcune organizzazioni politiche che nella nostra zona hanno ottenuto risultati elettorali superiori all’irrilevanza nazionale》, citando in seguito il nostro movimento.
Noi rispondiamo che la nostra associazione non è MAI stata legata a nessun tipo di violenza, e che chiunque usi il nostro nome per associarlo alla parola “violenza”, solo per  fare colpo su qualche lettore, verrà puntualmente querelato.”
“Precisiamo che siamo sempre disponibili al confronto e al dialogo e che tutte le nostre iniziative vengono svolte alla luce del sole, dalle collette alimentari al doposcuola sociale dalla raccolta vestiti alla raccolta giocattoli. Abbiamo più volte detto che non vogliamo ricostituire il disciolto Partito Fascista, tanto meno uno stato totalitario; semmai vorremmo, attraverso le regole democratiche, uscire dall’Unione Europea poiché riteniamo essa la causa del fallimento economico della nostra nazione, che tutela soltanto le multinazionali  e i grandi capitali. Vorremmo la nazionalizzazione delle banche per poter raggiungere la sovranità monetaria e nazionale. Vorremmo andare oltre al concetto di destra e sinistra, per guardare tutti insieme al futuro di questa nostra patria.”
“Però non ci definiremo mai antifascisti, perché riteniamo che gli antidemocratici siano loro, in quanto ci vogliono negare la libertà di pensiero usando, loro, la violenza, in ogni occasione, contro di noi. Basterebbe dare un occhio agli episodi violenti successi durante la campagna elettorale per confermarlo: a torino hanno lanciato bombe carta chiodate ferendo un carabiniere, a Piacenza hanno pestato un carabiniere, a Pavia hanno preparato un agguato durante il ricordo delle foibe, a Livorno hanno aggredito un nostro militante, a Trento hanno fatto esplodere una bomba contro una nostra sede e si potrebbe continuare con tanti altri episodi da Bolzano a Palermo.
Tutto questo nel nome dell’antifascismo.”
In conclusione, i veri violenti forse non sono proprio quelli che gridano alla pace?
Andrea Mantovani