La Polizia di Stato segnala un episodio criminale che vede migranti protagonisti in qualità di vittime ma anche di artefici. Venerdì scorso l’ultimo episodio in ordine di tempo.

Un uomo di nazionalità libica, ospite del centro di accoglienza di Ventimiglia, ha colpito un suo concittadino al capo, che ha riportato una ferita lacero contusa giudicata guaribile in 15 giorni. Come spesso accade insignificanti i motivi del litigio e il movente dell’aggressione. La vittima però ha avuto fiducia nella Polizia ed ha subito proposto querela. L’intervento immediato ha forse impedito più gravi conseguenze ed ha determinato la fuga dell’aggressore. Infatti, dopo solo poche ore le indagini hanno consentito l’individuazione del responsabile che è stato indagato per lesioni aggravate in stato di libertà.

I dati dimostrano che, in prevalenza, le azioni criminali commesse da stranieri migranti, non di rado già muniti di permesso di soggiorno per motivi umanitari o di protezione internazionale, sono commesse proprio in danno di altri migranti.

Dall’aggressione per futili motivi, al furto del cellulare, alla rapina è evidente che gli stranieri sottoposti ad arresto in flagranza di reato, a fermo di indiziato di delitto o deferiti all’Autorità Giudiziaria in stato di libertà non hanno scrupoli e approfittano, talora con azioni brutali, delle condizioni di bisogno e di particolare vulnerabilità dei loro stessi “compagni di viaggio in migrazione”.