La Confartigianato di Imperia interiene nuovamente chiedendo un maggior coinvolgimento delle imprese locali nei Lavori pubblici. La questione è stata posta attraverso una lettera ufficiale inviata alla Provincia di Imperia ed ai sindaci de Comuni di Sanremo, Imperia, Ventimiglia e Taggia. La missiva è stata recapitata, per conoscenza, anche alla Prefettura di Imperia.

 

“In seguito al perdurare dello stato di crisi economica, che ormai da diversi anni sta duramente colpendo il settore delle costruzioni, siamo nuovamente a chiedere un maggior coinvolgimento delle imprese locali nell’affidamento dei lavori pubblici – ha detto Antonio Sindoni, presidente degli edili della Confartigianato – Già più volte in passato abbiamo sottolineato questa grave difficoltà delle imprese locali (che ha portato anche a pesanti conseguenze a livello occupazionale) chiedendo, ma rimanendo purtroppo inascoltati, di avviare iter burocratici, nel rispetto della Legge, che possano offrire una boccata d’ossigeno al tessuto economico del territorio”.

 

Un esempio chiaro sulle modalità percorribili è giunto nei giorni scorsi da parte della giunta comunale di Genova, che ha definito le nuove linee guida sulle modalità di espletamento delle procedure negoziate per l’affidamento di lavori pubblici di importo inferiore ad 1 milione di euro. All’interno di questo documento è stato previsto che almeno il 50% delle imprese sarà scelto tra quelle operanti stabilmente nel territorio della città metropolitana. A spiegarne il motivo è lo stesso Comune di Genova sul suo sito istituzionale: “Per meglio assicurare che i lavori vengano realizzati da imprese in grado di garantire pienamente il raggiungimento degli obiettivi di qualità ed efficacia, nelle gare per l’effettuazione di interventi di manutenzione straordinaria del patrimonio immobiliare e per quelli di riqualificazione e salvaguardia del territorio il Comune di Genova inviterà almeno trenta operatori economici per ogni singola procedura, riservando una percentuale non inferiore al 50% alle imprese operanti stabilmente sul territorio della città metropolitana”.

 

“Riteniamo quindi che sulla scorta di quanto deciso dal Comune capoluogo della Regione, un discorso analogo possa essere avviato anche nell’estremo ponente ligure – sottolinea Sindoni – L’individuazione di una percentuale riservata alle imprese con sede legale nel territorio di competenza permetterebbe, sempre nel rispetto della Legge, di apportare lavoro e sviluppo all’economia locale. Inoltre sottolineiamo come il nostro tessuto economico sia composto prevalentemente da piccole e medie imprese. Per questo sarà importante che queste vengano coinvolte negli appalti di minore entità. Il riferimento è ai lavori a di sotto dei 40 mila euro, per i quali è previsto l’affidamento diretto, e a quelli entro i 150 mila euro con le procedure negoziate”.

 

La scelta di andare incontro alle “imprese a Km 0” andrebbe anche a favore di minori costi (essendo questi concentrati su materiale e manodopera, quindi non sui trasporti, con una conseguente miglior qualità del lavoro offerto) oltre che dell’occupazione locale. Le imprese locali garantiscono poi un’immediata reperibilità, operando direttamente sul territorio. Da non sottovalutare poi il minor impatto ambientale ed il fatto che le risorse vengano poi spese sul territorio (anche in termini di tasse) e non portate via al termine dei lavori.

 

“Questi criteri basterebbero a giustificare in maniera “adeguatamente motivata” la scelta di riservare una percentuale alle imprese locali – ha concluso Antonio Sindoni – Auspichiamo che questa richiesta, ma già avanzata più volte in passato, non rimanga inascoltata per il bene del tessuto economico del territorio”.