Si terrà martedì prossimo l’incontro, sollecitato dall’Amministrazione Comunale di Tortona, con la Provincia ed ARPA, per porre fine ai miasmi, che in quest’ultimo periodo, complice anche la calura, si sono riproposti fastidiosamente alla popolazione.

Gli Uffici Comunali e Provinciali continuano a registrare numerose segnalazioni e lamentele da parte dei cittadini che subiscono questo disagio ormai da tempo e, comprensibilmente, ne sollecitano la risoluzione.

Davide Fara

Sono stati proprio i Tortonesi, che hanno collaborato lo scorso anno a realizzare il monitoraggio, a permettere ad ARPA di concludere l’indagine odorimetrica ed individuare nel biodigestore, sito sulla S.P. per Castelnuovo Scrivia, la fonte del disagio.

Per queste ragioni la Provincia ha compreso la gravità della situazione e ha deciso di convocare già martedì prossimo un incontro urgente in Comune a Tortona, per esaminare la criticità e valutare se vi siano le condizioni per consentire la prosecuzione dell’attività oppure se sia necessario adottare eventuali provvedimenti.

“La situazione è ormai andata oltre i limiti della sopportabilità – dichiara l’Assessore all’Ambiente Davide Fara – e ringrazio l’Ing. Coffano, Responsabile della Provincia di Alessandria, per aver compreso le nostre difficoltà ambientali e aver immediatamente convocato questo tavolo operativo.  L’Amministrazione Comunale, come sempre, sarà presente per portare il proprio contributo e assicurare che le tempistiche siano rapide a tutela e garanzia dei cittadini. Auspichiamo che vengano adottati provvedimenti risolutivi a questa problematica, soprattutto in un periodo con particolari condizioni climatiche, come questo,  che contribuiscono ad accentuare ulteriormente il già pesante disagio sopportato dai Tortonesi”.

Fara a garantito che risolverà il problema: “Arpa e Provincia devono intervenire, visto che ormai la provenienza dei miasmi è certa.”

 

COME FUNZIONA L’IMPIANTO DI TORTONA

Dal sito della Ladurner:

Ecoprogetto Tortona digestione anaerobica
Gli impianti di digestione anaerobica firmati Ladurner Ambiente si distinguono per i processi innovativi e sono localizzati ad Albairate, alle porte di Milano ed a Tortona.

l’impianto di tortona, inserito in posizione strategica all’interno del triangolo industriale Milano-torino-Genova, è costituito da due distinte aree disposte in serie. Nella prima si sviluppa il processo di biodigestione anaerobica, in cui le biomasse conferite subiscono una conversione di tipo biochimico
che produzione di biogas e di un residuo stabilizzato derivante dal fango digerito (digestato); nella seconda, già in esercizio dal 1995 ed oggi sottoposta a revamping, viene attuata la trasformazione del digestato in compost, un prodotto stabilizzato da impiegare come ammendante organico in agricoltura o per ripristini ambientali.

Quello di tortona rappresenta a tutti gli effetti un impianto estremamente moderno, grazie sia all’utilizzo della miglior tecnologia presente oggi sul mercato sia grazie alla massima riduzione dell’impatto ambientale conseguente al nuovo insediamento in fase di realizzazione. Anche per questi motivi il sito di tortona fa parte di un importante progetto di ricerca e sviluppo finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito del bando “industria 2015”. Complessivamente l’impianto consente di trattare 33.000 t/anno di ForSu da raccolta differenziata, 7.000 t/anno di frazione ligno-cellulosica e 2.000 t/anno equivalenti di fanghi di depurazione, modulabili con la FORSU fino a 10.000 t/anno.

Descrizione del processo

RICEZIONE E PRETRATTAMENTO MECCANICO: – Il pretrattamento, finalizzato all’eliminazione delle sostanze pesanti e non putrescibili, rappresenta uno step di primaria importanza per l’andamento del successivo processo di biostabilizzazione. La biomassa, previa separazione dei materiali di disturbo incompatibili con il ciclo di trattamento e diluizione della materia organica, viene avviata alla fase di fermentazione

DIGESTIONE ANAEROBICA: a. digestore – Il substrato, preliminarmente riscaldato e portato alla T di 38°C è condotto al digestore, alimentato più volte al giorno, in cui si sviluppa il processo biochimico anaerobico ad opera di batteri metanigeni. Il materiale è continuamente rimescolato per mezzo di un agitatore per mezzo di appositi agitatori verticali che evitano fenomeni di sedimentazione e garantiscono l’omogeneizzazione dello stesso ed il mantenimento costante del pH e della temperatura del substrato all’interno del digestore. – Il biogas prodotto in questa fase viene mandato in un serbatoio a secco (gasometro) e successivamente all’impianto di cogenerazione, mentre il digestato è avviato al serbatoio di post-fermentazione e al successivo stadio di disidratazione. b. impianto di cogenerazione – Lo sfruttamento energetico del biogas avviene tramite combustione in un motore cogenerativo. L’energia termica generata è utilizzata per i consumi interni dell’impianto ed eventualmente disponibile anche per la rete pubblica. c. disidratazione dei residui di fermentazione e trattamento di essicazione – Il substrato in uscita dalla post-fermentazione viene trattato in centrifuga, in modo da separare la fase liquida dalla fase solida. La fase liquida separata viene in parte ricircolata al pretrattamento mentre l’eccesso viene scaricato al depuratore consortile. La fase solida viene invece inviata alla sezione di essicazione, mediante nastro a media temperatura, in grado di utilizzare il calore prodotto dall’unità di cogenerazione. Il fango così essiccato viene quindi convogliato alla fase di compostaggio aerobico, previa miscelazione con le matrici strutturanti.

COMPOSTAGGIO AEROBICO – La sezione finale del trattamento è quella del compostaggio aerobico, da cui si ottiene compost di qualità che può essere utilizzato come ammendante organico in agricoltura o per ripristini ambientali.