Venerdì 30 Settembre noi studenti dell’Istituto G. Marconi abbiamo aderito alla Notte Europea dei ricercatori . Ci siamo recati a Pavia alla Cupola Arnaboldi dove erano presenti diversi stand espositivi. Tra questi vi era quello del ricercatore Andrea Negri e dei suoi collaboratori che ci hanno esposto come l’individuo si relaziona nei confronti della radioattività. La finalità dell’incontro era fornire una preparazione adatta alla divulgazione dell’argomento, che sarebbe avvenuta il giorno successivo alle Bancarelle Scientifiche di Tortona.

In questo evento, che ha riscosso molto successo, abbiamo collaborato con il ricercatore sopra citato e il docente universitario Pietro Galinetto, ideatore del modellino di una macchina ad idrogeno. Questa, tramite acqua distillata ed energia solare, sfrutta il processo dell’elettrolisi e produce energia elettrica necessaria per il funzionamento del prototipo. Il movimento dell’oggetto ha attirato l’attenzione dei passanti ed in particolare dei più piccoli.

Sul tavolo espositivo, grazie alle nozioni acquisite il giorno precedente, abbiamo spiegato ai numerosi interessati come la radioattività interagisca nella vita quotidiana. Nonostante possa sembrare un grande pericolo, è costantemente presente intorno a noi in piccole dosi, persino in quello che mangiamo. Esempi possono essere il sale iodato o la banana che contengono piccole quantità di isotopi radioattivi rispettivamente dello Iodio e del Potassio. Il processo che li caratterizza è il decadimento radioattivo, un principio per cui alcune particelle nel corso degli anni si dividono in altre particelle più piccole emettendo radiazioni (da qui il nome).

Gli strumenti da noi utilizzati per la dimostrazione erano un contatore Geiger, uno scintillatore e un computer con un programma in dotazione, la cui funzione era quella di misurare la radioattività di alcuni oggetti come un frammento di Uranio o una “radiosveglia”. I più curiosi ci hanno anche domandato il processo di funzionamento dell’LHC (Large Hadron Collider). Si tratta dell’acceleratore di particelle più grande al mondo locatosi al CERN di Ginevra, dove recentemente ci siamo recati in visita d’istruzione.

L’esperienza a cui abbiamo aderito ha rappresentato una grande opportunità sia per noi come approfondimento scientifico, che ci ha consentito di entrare a contatto con figure di alto livello nel campo della ricerca, sia per chi ha assistito alla nostra spiegazione con la quale volevamo trasmettere il valore dell’innovazione. Questa collaborazione ci ha anche permesso di promuovere la competitività dei ricercatori italiani nel mondo che, pur con ristrettezze di mezzi, riescono a condurre studi di notevole importanza per la crescita economica.
Chiara De Battisti (4AS), Andrea Arbasino (4BS).