Egregio Direttore,


La rassegna stampa agostana si è riempita di propositi grandiosi sulla manutenzione di due dei corsi d’acqua al centro dell’alluvione che ha colpito l’alessandrino nel 2014. Sembra che Scrivia e Grue saranno oggetto di grandi interventi di messa in sicurezza. Tuttavia, dalle informazioni giornalistiche e dalla documentazione in nostro possesso, evidenziamo molte incongruenze.

I due grandi interventi, in estrema sintesi, riguarderebbero la messa in sicurezza del Grue con lavori di mitigazione del rischio ed un maxi prelievo di ghiaia dallo Scrivia. Nel caso del Grue siamo stupiti dall’iter individuato dal settore decentrato regionale opere pubbliche e difesa del suolo per la realizzazione dello studio sull’asta del fiume. La scelta, veramente singolare, è stata quella di individuare il Comune di Viguzzolo come beneficiario del finanziamento per la redazione dello studio. Insomma alla struttura tecnica di un comune di poco più di 3.000 abitanti, si affida l’approvazione di un progetto territoriale di grandissima delicatezza che necessita della valutazione di professionalità quasi mai presenti negli uffici dei piccoli enti. Come se non bastasse viene divulgata a mezzo stampa una cifra di 25 milioni di euro per gli interventi necessari sull’asta. Come farà un piccolo comune a gestire un appalto del genere? Perché la Regione Piemonte, non si è direttamente attivata? Perché non si è attivata la Provincia?

Nel caso dello Scrivia, portatore di un rischio molto inferiore rispetto al Grue, gli amministratori locali sembrano scoprire oggi di non avere i soldi per le opere idrauliche di messa in sicurezza ma di poterle pagare con maxi prelievi di sabbia e ghiaia.

Tra un articolo e l’altro s’intravedono parzialità d’informazione e inesattezze riguardo i prelievi di ghiaia dai corsi d’acqua. Oggi si apre la possibilità, con interventi di somma urgenza conseguenti all’alluvione, di fare prelievi di sabbia e ghiaia del valore di milioni di euro e qualche sindaco chiede che questo diventi ordinaria amministrazione. Insomma a giudizio di alcuni la gestione emergenziale dei sedimenti deve diventare regola mentre il prelievo programmato e gli interventi urgenti attuati dalla Regione Piemonte o da AIPO (fino a ventimila metri cubi cioè due ettari per un metro di altezza!) devono andare in soffitta.

Solo un appunto: a che santo si voteranno questi amministratori ogni volta che aspetteremo l’accumularsi di masse enormi di sabbia e ghiaia? Non è forse più sensato fare piccoli interventi ogni volta che si rendono necessari? Perché non spingono semplicemente Regione e AIPO a programmare ed attuare gli interventi come la legge prevede? Probabilmente l’appetibilità economica è maggiore in caso di grandi interventi e si pensa di aver trovato un nuovo antidoto per le difficoltà di bilancio. Questo, però, non ha certo a che fare con la sicurezza e per questa non deve essere spacciata.


Infine a leggere alcune tesi sembrerebbe che le alluvioni siano solo colpa dei sedimenti mentre si dimentica che nel 2014 sono franati nei rii e nei torrenti interi versanti portando con loro alberi e terreno. Per risolvere questo problema sarebbe necessaria una manutenzione a monte coinvolgendo il mondo agricolo e le aziende forestali. Purtroppo quest’attività di manutenzione ordinaria e straordinaria e coltivazione, non genera grandi appalti e forse per questo se ne parla troppo poco.

In sintesi a quasi due anni dall’alluvione vi sono in campo pochi soldi e poche idee molto confuse.

Paolo Mighetti, Capogruppo regionale M5S Piemonte

Fabrizio Dellachà, Capogruppo comunale M5S Tortona

Danilo Bottiroli, Consigliere comunale M5S Tortona