Venerdì 3 giugno, alle 21.00, presso la Biblioteca Comunale “Roberto Allegri” di Serravalle Scrivia, tornerà il Maestro Amadio Bianchi con la conferenza “Meditazione – dalla Via della Suggestione alla Via della Conoscenza”, inserita all’interno del ciclo “Le vie della Guarigione”.

 

Amadio Bianchi aveva già fatto visita alla Biblioteca di Serravalle lo scorso autunno per parlare di benessere e guarigione con lo yoga e l’antica medicina indiana ayurvedica e presentando alcuni suoi libri legati a questi argomenti. A grande richiesta del folto pubblico intervenuto allora il Maestro Bianchi sarà nuovamente a Serravalle per parlare di un aspetto specifico dello yoga che ne costituisce uno dei livelli più elevati: la meditazione.

 

“Molteplici sono i modi per meditare – spiega il Maestro – Prima di entrare nel merito dell’argomento citato nel sottotitolo della conferenza, mi sembra conveniente precisare che le parole meditare e meditazione sono usate impropriamente se riferite alle pratiche orientali. Tali termini, infatti, discendono dalla parola latina “mens” e si riferiscono, pertanto, inequivocabilmente al “mentale” ed alla sua attività. Ciò che l’orientale intende conseguire con le sue pratiche interiori è sicuramente volto in altre direzioni:

sperimentare il mentale nel tentativo di superarlo e giungere a stadi “sovraordinari” di contemplazione che coincidano con stati di coscienza diversi da quelli comuni, nei quali l’uomo si identifica con il contenuto della sua mente. Come la cultura indiana afferma, ciò che stà nel mentale, risulta dalle impressioni che i fatti della vita hanno determinato in noi attraverso i sensi. Se mi è consentito il paragone, gli avvenimenti sono comparabili a pellicole di film archiviate che costituiscono la nostra memoria storica. Attraverso un particolare e complesso meccanismo, tali pellicole vengono riproposte al conscio e rielaborate, per non dire “ricolorate” dal nostro regista interiore e dai suoi stati d’animo. Egli essendo in continua evoluzione le rivede modificandole in continuazione. Si tratta pur sempre di passato, anche se rielaborato, e , quando manca la conoscenza viene purtroppo scambiato per presente. Ci tengo a sottolineare una volta in più, che, quando siamo nel mentale, siamo sempre a contatto con ciò che è già avvenuto, anche se prodotto dai sensi pochi istanti prima. Le vie orientali sono impegnate da migliaia di anni nel tentativo di riportare l’uomo nel presente proponendone la sperimentazione nella coscienza. Anche per questo, un termine più adatto per definire tali pratiche potrebbe essere “contemplazione”. E, specialmente nelle tradizioni dell’India, la contemplazione assume una grande importanza, al punto, da essere considerata nelle pratiche spirituali determinante ai fini dell’illuminazione. In ogni caso, i conti, vanno sempre fatti con il mentale e gli antichi maestri hanno proposto vari metodi per ottenere il superamento del suo contenuto : essi vanno dall’induzione o suggestione all’inganno, dal rallentamento dell’attività alla raffinata e univoca concentrazione. La via dell’inganno, ad esempio, implica la conoscenza e lo studio dei procedimenti usati dal mentale per poterli aggirare mediante astuzia ; la via del “rallentamento” si persegue con la riduzione dell’attività mentale attraverso appropriate tecniche di rilassamento o ascetiche ; la via della raffinata univoca concentrazione, elegge come strumenti preferiti il mantra, lo yantra, e qualsiasi altro strumento che faciliti la focalizzazione della mente in un punto. In qualche caso è ammesso passare attraverso uno stato di sovraeccitazione attraverso un carico specifico, che tende a uniformare le onde cerebrali fino a farle divenire un unica onda dello stesso tipo. Se tale onda si mantiene a lungo origina un particolare stato di concentrazione anch’essa sovraordinaria. La pratica, tuttavia, considerata più produttiva dalla maggior parte dei maestri è quella che sviluppa il “vairagya” o distacco. Questa, che promuove la capacità di contemplare il proprio mentale, senza venirne coinvolti, è reputata la via della conoscenza. Facciamo di nuovo un passo indietro e prendiamo ancora in considerazione taluni metodi comuni soprattutto in uso nelle scuole di yoga occidentali, basati sull’induzione o autosuggestione.

Ritengo che essi siano conseguenza dell’approccio di tipo salutistico che l’occidentale mette in atto nei confronti delle discipline orientali ma che risultano, a mio parere, essere molto lontani dagli obbiettivi più alti di queste discipline.Tali tecniche consistono nel sedersi sul pavimento, ad occhi chiusi, e come prima esperienza praticare la consapevolezza del proprio piano fisico. Attraverso il risveglio dell’attenzione è possibile divenire consapevoli dello stato di disagio o di sofferenza su questo piano. Esso si manifesta con la presenza di tensioni di vario tipo localizzabili nelle diverse aree del corpo. Normalmente, si rimuovono le tensioni attraverso la decontrazione di tali parti, inducendo uno stato diverso da quello riscontrato. Similarmente si procede poi nei confronti dell’atto respiratorio spontaneo : si induce un ritmo che può richiamare stati di maggiore tranquillità e serenità che si riflettono anche sul piano emotivo.

Infine attraverso l’autosuggestione, il più delle volte procurata con l’evocazione di immagini piacevoli, si può modificare il contenuto della mente. Ripeto che questo è forse il metodo maggiormente in uso nelle scuole di yoga sia occidentali, sia orientali poco “impegnate”. Tale metodo è “provvisoriamente” salutare ma, come ho già affermato, assai lontano dagli alti obiettivi dello yoga della “Conoscenza”.La Conoscenza oggettiva, risulta tale, solo se non viene alterata dalla partecipazione del meditante.

Nella via più elevata, cioè, si procede sviluppando la qualità dello spettatore e, con l’esercizio, si impara ad essere coinvolti il meno possibile. La tecnica grossomodo è la seguente : lo studente si siede in posizione di meditazione e nella fase iniziale impara a contemplare il suo corpo senza intervenire, semplicemente prendendo atto delle sue tensioni. La stessa cosa fa con il respiro : contempla il respiro spontaneo senza modificarne il ritmo. Infine, cosa assai più difficile, prova a osservare con distacco il contenuto della sua mente…proprio come dovrebbe fare uno spettatore “evoluto” in una sala cinematografica. Egli dovrebbe sempre essere cosciente di essere seduto, di respirare e essere consapevole che le immagini sullo schermo non sono la realtà oggettiva, ma la proiezione della mente del regista. Tale giusto atteggiamento non porta al coinvolgimento in un “falso” quale può essere un film che spesso viene scambiato dagli spettatori non “risvegliati” per il reale. Andate in una sala cinematografica dove venga proiettata una pellicola sull’orrore e osservate quanto pochi sono gli spettatori capaci di non essere coinvolti.Per tornare alle tecniche di meditazione, il Vairagya o distacco, consente, a mano a mano che l’abilità del meditante si fa più raffinata, di affrontare gli strati più profondi del subconscio e dell’inconscio liberandoli per riviverli nuovamente nel conscio. In questo modo, senza coinvolgimento, possiamo conoscere la loro vera natura e origine e liberarci dalle impressioni che li rivestono. Essi torneranno ad essere utili come memoria-esperienza ma non saranno più in grado di creare disturbo nè impedimento all’esplorazione di ciò che sta oltre il mentale. Trascendere il mentale, porta a conoscere la natura essenziale e reale delle cose, non più rivestite dalle sovrastrutture costruite dall’ego.E’ questa la via considerata della liberazione e conoscenza.

 

 

Amadio Bianchi è fondatore della World Yoga and Ayurveda Community, presidente del

Movimento Mondiale per lo Yoga e l’Ayurveda, della European Yoga Federation, della

Scuola Internazionale di Yoga e Ayurveda C.Y. Surya, vicepresidente dell’International Yoga Confederation di New Delhi, membro fondatore della European Ayurveda Association. Nel mese di Gennaio 2014 a Dubai in occasione di una importante Conferenza Internazionale, alla presenza di numerose eminenti personalità internazionali gli è stato conferito il titolo di Ambasciatore dello Yoga e dell’Ayurveda. Ha tenuto corsi in Italia, India, Grecia, Francia, Lettonia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Croazia, Portogallo, Argentina, Romania, Polonia, Brasile, Bulgaria, Germania, Lituania, ecc. dove ha presentato sistemi integrati, frutto della pluriennale esperienza maturata a stretto contatto con la realtà psicofisica indiana, con luminari della scienza medica ayurvedica e monaci orientali, ed è spesso presente nei maggiori congressi in qualità di relatore.

I suoi numerosi libri dedicati allo yoga e alle discipline ayurvediche, tutti pubblicati da SpazioAttivo edizioni, sono diffusi ed utilizzati in moltissime scuole ed associazioni in Italia.

 

Amadio Bianchi, è l’ideatore dell’evento “Artisti per la pace – Gandhi 50 anni dopo ” che si è tenuto dal 24 al 30 di gennaio 1998 a Milano per ricordare il Mahatma a 50 anni dalla sua scomparsa e che ha visto il convergere di quasi tutti i movimenti spirituali e religiosi. Per l’occasione, in una struttura di quasi 9.000 posti a sedere si erano esibiti, per una settimana, gratuitamente oltre 300 artisti, provenienti da molte parti del mondo, dando vita ad un grandioso spettacolo di pace.

È entrato in contatto con il pensiero orientale pubblicando due quaderni di filosofia: “L’Evoluzione ” e “I Simboli” che gli hanno permesso di scoprire la cultura orientale.

Tiene corsi e conferenze un po’ ovunque ed è spesso presente nei maggiori congressi

nazionali e internazionali in qualità di relatore.

Ha diretto per molti anni l’Associazione Culturale C.Y. Surya per il benessere

psicofisico che aveva sede a Milano. Ha compiuto 34 viaggi in India e collaborato

con alcuni Enti Ufficiali governativi Indiani nell’organizzare incontri come “Patanjali Week Celebration” che ogni anno si tiene a Bhopal nel Madhya Pradesh e altri sulla cultura indiana o sul benessere psicofisico con spettacoli di musica, danza o canto dell’India; iniziative di solidarietà e fratellanza fra i popoli; convegni sull’unità nella diversità a volte anche a sfondo multireligioso.Il maestro ha collaborato con riviste, giornali, editori, televisioni private e siti internet in qualità di consulente, di ospite o di autore di testi e con alcune

testate in modo continuativo.