Il 29 maggio ricorre il 6° anniversario della scomparsa, avvenuta   a Roma, di Don Mario Picchi.

Presidente e fondatore del Centro Italiano di Solidarietà (CeiS) – che ora ha cambiato la sua denominazione ufficiale in “ Centro Italiano di Solidarietà Don Mario Picchi”- Mario Picchi trascorse l’ infanzia e l’adolescenza, con i genitori e quattro fratelli, a Tortona, città nella quale fu ordinato sacerdote nel 1957.

Sul finire degli sessanta, chiamato a Roma come Cappellano del lavoro, prestò da subito grande attenzione ai giovani figli dei lavoratori e ai loro bisogni morali e spirituali, ma anche economici e concreti e fu tra i primi ad individuare, nell’emergere del problema della tossicodipendenza, la necessità più impellente del momento.

In un’Italia ancora impreparata ad affrontare questa emergenza, Don Mario Picchi comprese che l’attenzione doveva essere posta sulle persone non sulle droghe: per questo elaborò una filosofia di intervento che volle chiamare semplicemente “PROGETTO UOMO”.

Sostenuto nella sua azione dai Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, ma riconosciuto per l’efficacia dei suoi interventi anche dalle autorità civili, il CeIS negli anni ottanta estese la rete delle Comunità Terapeutiche sul territorio nazionale ma supportò anche la nascita di analoghe strutture in molti paesi del mondo, collaborando con le Nazioni Unite e con i governi di molte nazioni in quanto ente riconosciuto dall’Assemblea Generale dell’ ONU come Organizzazione non governativa del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite.

Instancabile nella sua attività, organizzatore di convegni a livello mondiale, interlocutore di Capi di Stato e di governo, di ministri ed esperti internazionali, di personaggi della cultura dell’arte e delle scienze, Don Mario Picchi è stato anche direttore della rivista Il delfino e autore di numerosi libri.

Proprio con le parole conclusive del suo ultimo volume la Città di Tortona   (che ne ha riconosciuto i meriti conferendo al CeIs il GROSSO D’ORO nel 2013) intende ricordare la figura di questo illustre   concittadino:

”Vorrei che fosse sempre presente la fede nelle capacità dell’uomo, di qualsiasi uomo. La speranza che ha origine dalla convinzione di poter fare bene se ci si impegna davvero. La carità che nasce dall’amore per l’incontro e dall’attenzione per ogni sorriso e per ogni carezza che si può dare e ricevere arricchendo la vita di tutti noi”.

 

Comune di Tortona