Della parole e del linguaggio alessandrino – per poter comprendere e imparare la lingua dei nostri avi è un titolo mancante nella letteratura di casa nostra; o meglio, in merito esiste qualche scritto, privo del rigore con cui Giovanni Fossati s’è prodigato a proporre un testo così articolato

Il volumetto, dalla rigosa struttura d’una grammatica, è una gradita scoperta per il lettore in quanto sono comprese delle opportune illustrazioni, rigorosamente in bianco nero, incastonate fra le pagine, di per se già meritevoli di parecchia attenzione.

La loro chiarezza, completata dalle esaurienti didascalie, sono posizionate oculatamente, in precisi punti di riferimento, nella sfera della storia di Alessandria, la nostra Alessandria.

L’autore dei testi, nonché delle immagini, ha disegnato ogni dettaglio, anche il più insignificante; ogni tratto è studiato nel complesso della forma architettonica, con gli ombreggi, i quali risaltano le rilevanze della struttura riportata, piacevoli da osservare nel reale ambiente ciittadino.

Dunque lo scrittore ha voluto, accanto all’insieme delle regole…, proporre qualcosa di più d’un arido tomo, ha coordinato le figure nell’intenzione di avvalorare il nostro passato, attraverso gli scorci singolari, colti nel tessuto dei nostri edifici maggiormente significativi.

Le norme … che ci insegnano a parlare ed a scrivere …, nel nostro dialetto paiono, di primo impatto, noiose: queste non lo sono in quanto, pur avendo strutturato i contenuti, per così dire, sulla falsariga di Salvatore Battaglia, ha saputo essere essenziale, scandendo gli argomenti, uno ad uno, nella loro completezza, ben lungi d’affaticare il lettore, ponendo molti esempi, a volte divertenti.

La parte più complessa è la fonetica tuttavia, Gianni di professione medico, ha preso a prestito i giusti vocaboli, a lui familiari, per addolcire i fonemi, ossia … la più piccola unità distintiva …, come ha scritto Benedetto Croce nel 1910, atta a distinguere un suono.

L’autore ha dedicato il volume ai propri genitori, non è un caso, piuttosto ha voluto ringraziare le persone … che mi insegnarono a parlare alessandrino … il modo di esprimere un pensiero con i termini della propria terra, imparati .. dalla mamma .. la lingua del latte e della culla, del lavoro e del gioco… com’è riportato a pagina 33.

Le centoquaranta pagine sono da consultare, gli scorci rappresentati invitano all’osservazione: insomma il testo non deve mancare nelle librerie di ogni autentico alessandrino, per essere alla portata di tutti: grandi e piccoli.

La Casa Digital Print Service srl – Segrate, per l’Edizioni dell’Orso, ha affidato l’impaginazione a Francesca Cattina, la cui stampa è stata terminata nel dicembre 2015.

                                                                                    Franco Montaldo