soldi - IOltre ad essere mantenuti completamente gratis a spese nostre con vitto e alloggio in una casa con spazi adeguati, riscaldamento ed acqua calda, per legge i profughi che vengono ospitati sul territorio nazionale hanno diritto fino a 2,5 euro al giorno per le loro spese “personali” come ad esempio comperarsi una scheda telefonica per chiamare a casa.

Chi ospita i profughi non può sottrarsi a questa norma, e così pure il Comune di Tortona che attraverso la cooperativa Bios che gestisce la Casa di Riposo in via Barabino che ospita due stranieri, forse rifugiati politici. Scriviamo forse, perché come noto questo status non viene subito riconosciuto dal Governo, che intanto paga, coi soldi delle tasse, la permanenza di queste persone sul nostro territorio

Dunque, anche il Comune di Tortona non può sottrarsi a questa norma e così, con una delibera apparsa all’albo pretorio del Comune pagherà 1.300 per erogazione del cosiddetto “Pocket Money” per l’ospitalità dei migranti.

Questo infatti è il termine tecnico che viene usato per indicare i soldi che regaliamo ai migranti per le loro esigenze personali.

Come detto si tratta di un bonus giornaliero, una sorta di diaria data direttamente ai rifugiati e richiedenti asilo ospitati nelle strutture di accoglienza, per le piccole spese quotidiane.

Gli enti locali che decidono di partecipare al bando Sprar (Sistema di protezione e accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo), hanno l’obbligo infatti di presentare un piano finanziario che deve essere approvato dalla commissione formata da rappresentati di enti locali (comuni, province e regioni), del ministero dell’Interno e dell’Unhcr. I 35 euro, sono ormai una sorta di costo standard, che viene erogato anche per i centri di accoglienza non Sprar gestiti dalle prefetture. Questi soldi servono a coprire le spese per il vitto, l’alloggio, l’affitto e la pulizia dello stabile, ma anche a pagare lo stipendio alle persone che ci lavorano e, in qualche caso, ad avviare progetti di inserimento lavorativo per i migranti.

Che cos’è il pocket money? Il pocket money è l’unica parte dei 35 euro che viene erogata ai beneficiari direttamente, in mano. A volte la cifra agli ospiti dei centri viene data in contanti, altre volte attraverso delle carte prepagate ricaricabili e spedibili dappertutto. In ogni caso è un diritto del richiedente asilo. Per quanto riguarda l’importo, la cifra varia a seconda dei territori e dei progetti da un euro e mezzo a due euro e mezzo a persona al giorno.

Perché viene erogato il pocket money? Questa piccola quota giornaliera serve ai richiedenti asilo per le piccole spese quotidiane. Innanzitutto per potersi comperare una scheda telefonica con cui chiamare i familiari, che molto spesso sono rimasti a casa e aggiornarli sulle proprie condizioni di salute. Ma anche per comprarsi un pasto o le sigarette.

Da dove derivano i fondi per i rifugiati e come vengono gestiti? “I soldi per l’accoglienza sono fondi italiani, ordinari e di competenza del ministero dell’Interno che ha la responsabilità della gestione dei flussi migratori, quindi anche dell’accoglienza dei richiedenti

L’accoglienza è, infatti, un obbligo per il nostro Stato come per tutti gli Stati che riconoscono il diritto d’asilo.

I fondi vengono assegnati direttamente ai soggetti titolari del progetto di accoglienza.

13 gennaio 2016