Egregio Direttore,
Si è fatto tanto parlare, in questi giorni, del milione di euro che i dipendenti del Comune di Tortona avrebbero percepito secondo modalità ritenute non consone dal Ministero delle Finanze.
L’argomento ha occupato, inevitabilmente, le cronache ferragostane e continuerà, verosimilmente, a tenere banco anche nei giorni a venire, qualora non si entri (finalmente?) in un’ottica di gestione dell’argomento improntata alla massima trasparenza da parte del Sindaco e della Giunta, anziché chiudersi a riccio e sulla difensiva, su una questione che non è di mero principio, bensì di notevole sostanza, per una città come la nostra, che ha vissuto per anni sotto una pressione fiscale al massimo per tutti.
Un milione di euro, inserito nel bilancio comunale con il segno contabile giusto, farebbe una bella differenza!
Peraltro, senza fare l’auspicata chiarezza, senza prendere le dovute distanze, ma anche senza dare segni di netto distacco dal passato, per questa Giunta così fresca e pulita si potrebbe prospettare lo spettro di un brutto e generico calderone, nel quale rischierebbero di finire scottati in tanti, anche al di là delle specifiche responsabilità personali.

Di chi è la responsabilità?



Quali sono le risposte che vorrebbe sentire la città? Alcune degli argomenti che affiorano tra i Tortonesi in questi giorni, sono questi: chi ha autorizzato questa forma di accantonamento delle somme? E quando? Attraverso quale anello si è insinuato il vizio della procedura? Nei ruoli degli Assessori? Nei poteri del Sindaco? Nel controllo degli uffici?
Un Assessore, è risaputo, può prendere decisioni unicamente attraverso atti formali, ma chi interviene nella formazione dell’atto che verrà poi formalizzato con una determina o con una delibera? Chi può fare pressioni in un senso o in un altro, e perché?
E’ vero che senza l’assenso di un Dirigente o di un Assessore, e quindi senza una determina o una delibera, all’atto pratico non si può fare nulla?
A chi spetta l’obbligo di “fedeltà”, rispetto alle direttive di una Amministrazione comunale?
Sono domande importanti e difficili da argomentare.
E può essere comprensibile come l’attuale Assessore al personale Vittoria Colacino, trovandosi coinvolta da estranea ai fatti in una situazione scottante che, probabilmente, spazia ben al di là delle capacità politiche di un Assessore ancor fresco di nomina ed in pieno “rodaggio” istituzionale, possa apparire un tantino “lacunosa” sulla comunicazione con i media, rammaricandosi di non aver presenziato alla conferenza stampa sull’argomento poiché fuori città, salvo poi ricostruire dalla sua bacheca facebook come invece, proprio in quei giorni, a quanto pare, fosse presente per celebrare due matrimoni nonché alla presentazione di un libro, ospite dei Consiglieri di minoranza.
In aiuto e soccorso della inesperta (ma in buona fede) collega, però, vi è qualcun altro che non può certamente dire “Non c’ero” e mi riferisco ai vari dirigenti delle Finanze che quegli anni si sono succeduti c’erano e ci sono ancora adesso.
Durante qualcuno di questi avvicendamenti, può forse essere che qualche prassi del “buon funzionamento” sia sfuggita al controllo attento del Dirigente preposto?
Potrebbe essere, ma questo non è sfuggito al Mef.
Nella relazione del Mef, infatti, è messo nero su bianco: qualcuno, negli uffici, ha fatto emergere le irregolarità nella procedura, così come qualcuno (probabilmente lo stesso qualcuno) ha stigmatizzato altri comportamenti, ad esempio come “la prevista certificazione del Nucleo di Valutazione sia stata omessa”.
Ma la certificazione del Nucleo di Valutazione è di pertinenza politica o amministrativa? In sostanza, rimanda all’Assessore, o al Dirigente?

Assessori e dirigenti, ma chi comanda?

Perché è accaduto questo? E’ forse possibile che esista, o sia esistita, qualche forma di interferenza, tra i ruoli previsti per Assessori e Dirigenti?
Lo scenario ideale dovrebbe vedere l’Assessore che decide e riferisce al Sindaco, e il Dirigente che esegue le direttive politiche dell’Assessore. O sbaglio?
D’altro lato, uno scenario contrario vedrebbe la macchina comunale non funzionare a dovere, con prevaricazioni tra i ruoli ad ingenerare dubbi e polemiche, spifferi di palazzo e rese dei conti (utilizzando per situazioni identiche due pesi e due misure) a rafforzare le infiltrazioni che, nella migliore delle ipotesi, remano in direzione contraria a quella dell’Amministrazione, se non addirittura con il tentativo di farla fuori.
Ed è questo, il pericolo più grande, da evitare…. O no?

La Tortonese indignata

27 agosto 2014

impiegati -2 G