copenaghen ICopenaghen mi accoglie con le parole, piene di entusiasmo, verso l’Italia di chi è venuto a prendermi all’aeroporto per portarmi all’hotel Phoenix, dove soggiornerò due notti. E’ il nostro accompagnatore. Gli è piaciuta l’Italia per le auto, mi racconta dei suoi viaggi nella penisola. Rigorosamente in inglese. Io annuisco.
Inizia così il mio viaggio organizzato dal tour operator Boscolo nelle quattro capitali del Nord: oltre a quella danese, visiterò infatti anche Oslo, Stoccolma ed Helsinki.
Un bellissimo viaggio in un mondo ed in una realtà totalmente, purtroppo, diverse dalle nostre.
Bellissimo anche il gruppo in cui mi trovo fra cui vicentini, un avvocato calabrese ed una coppia di toscani davvero simpatici, ciarlieri. Ottimi anche gli accompagnatori, in particolare Michele, ricercatore all’Università di Copenaghen, un concentrato di energia e di passione. “Chi vuole venire con me a fare un giro per Copenaghen a piedi?”: si presenta con questa domanda dopo cena. Un invito accolto entusiasticamente da gran parte delle persone.
Ed ecco che ci porta davanti a Palazzo Reale, all’Ambasciata italiana, all’Opera, uno degli esempi di intervento del privato. L’Opera con i suoi millecinquecento posti, una perfetta acustica, è stata infatti realizzata da un magnare danese e donata al Paese. Ma non è l’unico esempio: infatti il castello di Cristiano IV nella regione della Selandia è stato interamente ristrutturato dalla Carlsberg, nota azienda produttrice di birra.
Questa delle gite serali sarà una costante con Michele, delle belle sgambate che ci portano a visitare angoli già visti durante il giorno oppure altri a noi totalmente sconosciuti. E Michele ce li illustra, con passione ed entusiasmo, e ci dice subito, brutalmente, una verità: “Tornare a lavorare in Italia? Perchè? Io sto bene qui, qui tutto funziona. E poi, a dirla tutta, mi vergogno quasi: qui prendo quasi quattromila euro al mese, una cifra ben lontana da quella dei miei colleghi in Italia.” Prima di partire dall’Italia pensavo ai nordici come a persone fredde, riservate: grazie a Michele ho il piacere di scoprire persone che amano stare agli scherzi, ai giochi, che vi si prestano.
Non dimenticherò mai lo svedese al quale Michele chiese di dire parole d’amore verso una donna italiana. Una scena da stropicciarsi gli occhi, una espressività che quasi ci ha fatto sciogliere. E non è stato l’unico episodio. Ma anche chi l’ha sostituito ad Helsinki, Elisabetta, è stata molto disponibile.

COPENAGHEN DI NOTTE E LA PRIVACY



copenaghen 2ILa visita notturna a Copenaghen: la capitale danese ci accoglie con la sua luce soffusa, siamo quasi nella penombra, altro che le luci italiane. Il vento ci accarezza i capelli. Musiche provenienti da un locale ci accompagnano piacevolmente. Michele ci fa subito notare una cosa: le finestre non hanno tende. In Danimarca ed in genere nei Paesi nordici vige il rispetto della privacy: nessuno guarda nella casa degli altri. C’è il massimo rispetto per la vita altrui. Volendo vi si potrebbe trovare anche un piccolo difetto: l’indifferenza. Ma, al contrario, le società nordiche hanno un welfare, un’assistenza, che noi ci sogniamo.
Al mattino la guida ci darà le informazioni di prammatica, le stesse che praticamente ci ripeteranno tutte le guide degli altri Paesi, Norvegia, Svezia, Finlandia, parlandoci sia del sistema politico che di vita. Ci sorprende quando ci rivela che la regina Margaret, il cui regno dura da 42 anni, è puramente rappresentativa e non può neppure esprimere opinioni politiche. Ha meno poteri del nostro Presidente della Repubblica Napolitano. Da come le guide parlano si deduce che nei vari Stati sono molto attaccati ai loro sovrani.

 

I RIFIUTI SI INCENERISCONO IN CITTA’

Ci stupisce, la guida di Copenaghen, con un’altra affermazione: la capitale danese ha un termovalorizzatore per recuperare energia ed entro il 2050 il 50% di questa dovrà provenire da fonti alternative. E sul mare noteremo le pale eoliche. Penso a quante polemiche si farebbero da noi se solo una persona od un partito proponessero la stessa cosa. Eppure anche a Vienna, capitale austriaca, c’è un termovalorizzatore. Un altro tratto che contraddistingue gli stati nordici, senza alcuna differenza: lo sviluppo delle piste ciclabili. Che si sia in Danimarca, in Norvegia, in Svezia od in Finlandia, lo Stato cerca con tutti i mezzi di incentivare l’utilizzo delle biciclette o dei mezzi pubblici. E lo fa anche tassando notevolmente l’acquisto di auto. In Danimarca non esistono aziende che li producono e quindi sono tutte importate. Molto diffuso il mercato dell’usato.
La Danimarca ha invece molte aziende farmaceutiche e chimiche ed un terzo delle apparecchiature acustiche vendute nel mondo sono prodotte qui. Inoltre la Danimarca è leader nel settore del design.

50 MQ DI VERDE A TESTA

copenaghen 3IUn’altra cosa: ogni abitante di Copenaghen ha, mediamente, 50 metri quadrati di verde e nella capitale si contano circa duecento parchi. Che confronto con le nostre realtà dove la tutela dell’ambiente passa in secondo piano rispetto ad opere che vengono definite di pubblica utilità, dove le piste ciclabili non si sa praticamente che cosa siano e dove il trasporto pubblico viene drasticamente ridimensionato per ragioni di mero bilancio. In quanto alla metropolitana è stata costruita in partnership con una ditta italiana, l’Ansaldo, ed è completamente automatizzata.
Certo i Paesi nordici hanno pochI milioni di abitanti: la Danimarca cinque ed uno e mezzo nella sola capitale, la Norvegia nove su di un territorio assai esteso e sugli stessi livelli praticamente anche Svezia e Finlandia.
Le guide ci accoglieranno dicendoci che questa, per loro, è stata una estate anomala: poca pioggia e temperature che hanno raggiunto anche i ventotto-trenta gradi. Questo quando, normalmente, durante il giorno non si superano i 23-24 gradi e di notte si scende a 10-12.
Il clima a Copenaghen come nelle altre capitali nordiche è estremamente variabile e la Danimarca è inoltre completamente piatta, attraversata dai venti, la vetta più alta, se così la si può chiamare, raggiunge “ben” 174 metri sul livello del mare.

 

COME VIVONO I DANESI E IL WELFARE

La guida snocciola altri dati: il 40% della popolazione vive in appartamenti, il 50% in villette familiari. Il costo ovviamente varia in rapporto alla posizione ed alla rendita catastale ma mediamente è attorno ai 1500 euro al metro quadro. Andando a visitare i castelli della Selandia attraversiamo dei boschi di faggi ed il faggio è l’albero principale della Danimarca.
La guida ci rivela che il reddito medio di un danese è attorno ai 48.000 euro all’anno, con una fascia di reddito esente dalla tassazione che, mediamente, è attorno al 42%. Le classi più ricche hanno una aliquota del 58%.
Visto che tutto il mondo è paese anche i danesi cercano di pagare meno tasse possibili e questo soprattutto contraendo prestiti con banche che sono detraibili, così come sono detraibili le pensioni integrative.
Altra rivelazione: i bambini da quando nascono fino ai diciotto anni di età ricevono 1800 euro all’anno da parte dello Stato. In Danimarca molti lavoratori sono iscritti ai sindacati e la disoccupazione è attorno al 5%. Quando un lavoratore viene licenziato il sindacato, se è iscritto, gli versa 550 euro lordi alla settimana per un periodo di due anni e gli fa frequentare dei corsi di formazione e di riconversione professionale in modo che possa trovare un impiego.
Trascorso questo periodo, se la persona non ha ancora trovato una occupazione, passa all’assistenza comunale: 1800 euro al mese lordi se con bambini, 1400 se non ne ha per un periodo non superiore ai nove mesi. Nello stesso tempo il Comune provvede a cercare un lavoro che la persona assistita, nel caso, deve accettare pena la perdita dell’assegno.

 

LA SCUOLA CHIUDE SOLO 6 SETTIMANE

copenaghen - QI giovani lasciano i genitori al compimento del diciottesimo anno di età e non possono stare per più di tredici settimane senza un lavoro. In quanto alle scuole sono iniziate in Danimarca l’11 agosto, le vacanze estive durano sei settimane ma ci sono pause di una settimana ad ottobre, di due a Natale e di un’altra in inverno. Gli studenti vanno a scuola per 35 ore alla settimana e gli studi sono gratuiti. Solo all’Università si pagano i libri. U
na notizia anche sulla famiglia reale: percepisce 14 milioni di euro all’anno ma con questa cifra deve mantenere i dipendenti, circa duecento, provvedere agli eventuali lavori da effettuare nelle loro dimore, pagare le spese di rappresentanza, le bollette. In Danimarca statisticamente c’è 1,6 figli per donna e ci si sposa tra i 30 ed i 33 anni. Sia l’uomo che la donna lavorano.
Sviluppati gli asili nido con lo Stato che interviene nei confronti di chi ha difficoltà a pagare le rette.

CONCLUSIONE

Tornando dai castelli della Selandia, fra cui quello di Amleto, un episodio segnala che, comunque, anche fra gli italiani c’è chi è generoso. Antonella si è già sistemata sul pullman, in seconda fila. Vede che una persona perde una banconota che si rivelerà poi essere di notevole valore. Scende immediatamente dal pullman, la raccoglie, si reca da colei che l’ha smarrita, gliela porge. Un senso di civismo davvero notevole e che sul pullman viene rimarcato con un grosso applauso. Sul mare volano i cormorani e si intravvedono barche a vela.
La vela, in Danimarca, è molto praticata. Il pullman ci riporta verso Copenaghen ed abbiamo modo di vedere la casa di Karen Blitxen, l’autrice del libro “La mia Africa”, e di conoscere la sua storia. In quella casa, adesso, c’è un museo a lei dedicato. Lungo la costa ci sono le seconde case, le ville, dei danesi: sono veramente molto belle ma per chi le volesse acquistare deve pensare a sborsare una cifra almeno di tre milioni di euro.
Il giorno dopo partiamo da Copenaghen alla volta di Oslo: un’altra città ci attende, ma di questo parleremo in seguito.

Maurizio Priano

copenaghen L